
di Daniela Salerno
"Fate più controlli nelle aziende". Questo il monito di Antonella Riunno, custode dell’Eureco e compagna di uno dei lavoratori morti nell’incendio che sconvolse Paderno Dugnano. A dodici anni dall’esplosione dell’Eureco di Palazzolo Milanese in cui persero la vita quattro lavoratori, Antonella Riunno ricorda quelle terribili ore in cui sotto ai suoi occhi quattro uomini rimasero gravemente ustionati.
"C’erano già stati altri incidenti in azienda - sottolinea Riunno -, ma non di queste dimensioni. Se solo avessero avuto più controlli non mi ritroverei a portare mia nipote su una tomba per fargli conoscere il nonno".
Il sindaco Ezio Casati ieri ha reso omaggio, in forma semplice e isolata, alla memoria dei quattro lavoratori. "Abbiamo il dovere di non dimenticare quanto accaduto 12 anni fa, quel terribile incidente che ha strappato alla vita e all’affetto dei loro cari quattro uomini che si trovavano a lavoro. Ricordiamo il loro sacrificio e dedichiamo il nostro pensiero alle famiglie - ha sottolineato il sindaco di Paderno -. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti nell’impegno quotidiano a difesa del lavoro e dei lavoratori, la sicurezza sul posto di lavoro deve essere un valore che non può essere messo in discussione se non vogliamo continuare a piangere vittime innocenti". Il sindaco ha deposto dei fiori al Parco della pace dove erano stati piantumati quattro alberi dedicati a Harun Zeqiri, Sergio Scapolan, Salvatore Catalano e Leonard Shehu morti in seguito alla spaventosa esplosione. Era il 4 novembre del 2010 e mancavano cinque minuti alle tre quando un incendio divorò il piazzale dell’azienda di trasporto, trattamento e stoccaggio di rifiuti. Quattro lavoratori morirono dopo una lunga agonia: Sergio Scapolan, che aveva 63 anni, morì nel reparto grandi ustionati di Genova il 13 novembre, una settimana dopo morì Harun Zeqiri, di anni 44. A febbraio morirono invece Salvatore Catalano e Leonard Shehu di 55 e 38 anni. Altri operai rimasero feriti. Al titolare dell’azienda di stoccaggio di rifiuti, Giovanni Merlino, venne data in via definitiva una condanna a cinque anni di reclusione per omicidio colposo plurimo a causa delle "miscelazioni non autorizzate" come scrisse il giudice Antonella Bertoja nelle motivazioni della condanna in primo grado, confermata in appello e in Cassazione. Al Comune di Paderno arrivò un simbolico risarcimento di 48mila euro, mentre complessi furono i risarcimenti alle famiglie e alle vittime che facevano parte di una cooperativa di logistica, la Tnl, che lavorava all’interno dell’Eureco. "Non solo ho perso il mio compagno, Salvatore Catalano con cui avrei dovuto sposarmi dopo pochi giorni. Da quel giorno non ho neppure più trovato un lavoro fisso - spiega Antonella Riunno -, non potevo tornare in quell’azienda dopo quanto avevo vissuto, speravo che le istituzioni mi avrebbero supportato nella ricerca di un lavoro, ma non è stato così. Nei primi tempi un comitato nato in supporto delle vittime ci ha aiutato, mia figlia ha con fatica potuto avere un risarcimento. Io no, dato che non ero sposata". Gli alti alberi piantati a memoria delle vittime mostrano il tempo trascorso che per molti può essere servito a rimuovere l’accaduto, ma che per altri rappresenta la crescita del proprio dolore per la perdita di un proprio caro.