NICOLA PALMA
Cronaca

Documenti finti per avere il sussidio: smantellata la stamperia di Baggio

Blitz della polizia in via Cividale del Friuli: arrestati due falsari, sotto sequestro computer e stampanti. Decine di contatti sui cellulari: la banda procurava l’occorrente per ottenere il reddito di cittadinanza

di Nicola Palma

Una vera e propria fabbrica clandestina. Due computer e altrettante stampanti sofisticate, una plancia tagliacarte, materiale per plastificazione e stampa, lucidi e adesivi. Tutto l’occorrente per realizzare documenti falsi. La stamperia, che riforniva a getto continuo chi voleva ottenere il reddito di cittadinanza pur non avendone i requisiti di legge, è stata smantellata nella tarda serata di giovedì dagli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura in un appartamento di via Cividale del Friuli 11, a Baggio.

In manette il diciannovenne romeno Sentiment Stan, già denunciato il 4 febbraio a Venegono Inferiore, nel Varesotto, per essersi presentato agli sportelli di un ufficio postale con documenti falsi, e il ventinovenne Elvis Stan, già ai domiciliari e con precedenti per furto aggravato, associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti e possesso di strumenti per lo scasso. L’operazione è arrivata a valle di diversi interventi delle forze dell’ordine nelle ultime settimane – l’ultimo a metà gennaio in via Gozzoli, a poche centinaia di metri da via Cividale del Friuli – sempre per lo stesso motivo: cittadini dell’Est Europa con documenti palesemente farlocchi per avere il sussidio economico. L’altra sera, il blitz delle Volanti. Tutto parte attorno alle 21, quando gli investigatori di via Fatebenefratelli, in appostamento, notano uno strano viavai di persone nei pressi del civico 11 di via Cividale. Alle 22, un uomo esce dall’appartamento al piano terra in jeans, maglietta e ciabatte e si incammina verso la strada, rimanendo in attesa per una decina di minuti. Prima di rientrare, viene avvicinato dai poliziotti, che gli chiedono i documenti; lui, nervoso, dice di averli lasciati a casa e di essersi allontanato solo per comprare le sigarette. Entrati nell’abitazione, gli agenti notano un ragazzo, Sentiment, davanti al monitor di un computer: sulla schermata c’è un documento d’identità romeno ancora in fase di realizzazione; nella stanza c’è pure un altro pc, collegato a un server tedesco. Sul letto ecco il resto: documenti falsi e fototessere di altre persone. E poi l’armamentario del perfetto falsario, scovato nel corso della perquisizione dell’appartamento e della cantina di pertinenza; senza dimenticare sei cellulari e 2.030 euro.

Altri riscontri arrivano dall’analisi della memoria dei telefoni e del contenuto delle chat di Whatsapp: decine di conversazioni con scambi di foto, attribuzioni di codici fiscali dell’Agenzia delle Entrate e permessi Ue per soggiornanti di lungo periodo (documento indispensabile per avere il sussidio). Stesse tracce rinvenute pure nello smartphone di M.G. (denunciata a piede libero), ventisettenne romena arrivata nell’appartamento in un secondo momento. Due settimane fa, come da messaggio inviatole dall’Inps il 29 gennaio, la donna, occupante abusiva in via Ricciarelli e con precedenti per falso, si era vista riconoscere il reddito di cittadinanza.