Divagazioni tra Brahms e Bartók per i pianoforti dei fratelli Jussen

Imperdibile concerto dell'Orchestra Sinfonica di Milano all'Auditorium di largo Mahler con i pianisti Jussen e i percussionisti Mologni e Beneventi. Programma di Brahms e Bartók, con riflessioni sull'uso dell'orchestra e elementi folkloristici. Conferenza gratuita di approfondimento nel foyer.

Appuntamento imperdibile con l’Orchestra Sinfonica di Milano, oggi alle 20 e domenica alle 16: all’Auditorium di largo Mahler i "15 Canti contadini ungheresi" dialogano con il potente Concerto per due pianoforti, percussioni e orchestra di Béla Bartók, nell’interpretazione dei pianisti fratelli Arthur e Lucas Jussen e dei percussionisti Viviana Mologni e Simone Beneventi. A chiudere la serata, la Sinfonia n. 2 in Re maggiore op.73 di Johannes Brahms, sul podio il maestro Jaume Santonja.

L’accostamento tra la Sinfonia n. 2 di Brahms, scritta nel 1877, e il Concerto per due pianoforti e percussioni di Bartók, composto nel 1937, alimenta una riflessione sull’impiego dell’orchestra da parte dei due compositori, che in comune avevano anche l’attenzione per l’elemento folkloristico e nazionale. La Seconda di Brahms è stata interpretata come la "Decima" di Beethoven o come una sinfonia schubertiana. Su un altro piano sonorola sonata di Bartók, caratterizzata da una combinazione e fusione insolita di contrappunto, suggestioni popolari e caratterizzazioni ritmiche che anticipano di qualche decennio le evoluzioni del jazz nel bebop e nel jazz-rock. Lo racconterà stasera alle 18.30 nel foyer della balconata Matteo Marni, in una conferenza gratuita ("Brahms 1800 – Bartók 1900"). Grazia Lissi