Disabilità e vita autonoma La legge c’è ma non si vede

Prevede piani personalizzati per l’indipendenza della persona. Confad: "Un percorso a ostacoli, provvedimento poco applicato"

Disabilità e vita autonoma La legge c’è ma non si vede

Disabilità e vita autonoma La legge c’è ma non si vede

"Quando ho attivato il progetto personalizzato per mio figlio, alla fine del 2022, secondo la legge 328, l’assistente sociale mi ha detto che era la prima volta che ne attivava uno". Il racconto è di Teresa Bellini, referente lombarda di Confad (Coordinamento nazionale famiglie con disabilità). Eppure lei lo ha attivato a Milano. Eppure la legge 328 risale al 2000. "Ma è poco applicata. E per più motivi: è poco conosciuta sia dalle famiglie sia dagli addetti ai lavori che stanno nei Comuni, ai quali spetta attivare i percorsi personalizzati. Nel complesso è una possibilità poco pubblicizzata dalle istituzioni e dai servizi che si occupano di disabilità". Per chi non lo sapesse, la 328 prevede la possibilità di redigere percorsi individuali per incoraggiare l’autonomia lavorativa e abitativa delle persone con disabilità. Non è "il dopo di noi", vale a dire quell’insieme di progetti che mirano a tutelare il percorso della persona con disabilità quando vengono a mancare i genitori. "Si tratta, invece, di costruire un “durante noi“ che renda poi più naturale il “dopo di noi“" spiega Bellini. A riprova della scarsa applicazione della legge c’è un dato: sono solo 2mila i progetti personalizzati attivi a Milano. "La personalizzazione dei percorsi è il futuro della disabilità. Le risposte standardizzate sono sempre meno efficaci" conclude Bellini.

Gi.An.

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