
Ragazzi disabili
Milano, 30 giugno 2017 - La premessa è l’approvazione della legge 112 dell’anno scorso. Uno strumento per sostenere le persone con gravi disabilità a compiere un passo verso l’autonomia. Un aiuto alle famiglie, che guardano al «Dopo di noi»: cosa succederà quando non ci saremo più? È sulla basi di questa legge che Ubi Banca, l’Associazione nazionale delle famiglie di persone con disabilità (Anffas) e il gruppo cooperativo Cgm, che coordina oltre mille imprese del settore, hanno avviato un progetto comune.
Obiettivo: consentire alle persone disabili di costruire in autonomia il proprio futuro. «Sono 127mila le persone potenzialmente interessate dalla legge in Italia. Di queste, circa 15mila sono in Lombardia», spiega Guido Cisternino, responsabile terzo settore ed economia civile di Ubi Banca. «Trust in Life» è il nome del programma e parte dall’aiuto che già oggi enti come Anffas e Cgm danno alle famiglie di persone disabili: assistenza, operatori, servizi, percorsi di vita individuale. Il progetto di vita, ossia il percorso di crescita della persona disabile, è il primo pilastro del nuovo intervento. Su questo si innesta il trust multibeneficiario, il primo rivolto a questa fascia della popolazione. Lo gestisce Ubi Trustee, il braccio fiduciario del gruppo bancario, e offre un approdo per la gestione dei patrimoni liquidi e immobili delle famiglie e delle persone disabili. «La famiglia si può rivolgere a noi, ad Anffas o Cgm e ci si confronta sui bisogni della persona e sul progetto di vita – spiega Massimo Lodi, direttore generale di Ubi Trustee -. La famiglia, la persona disabile e i tre soggetti provvedono a creare il progetto, a validarlo e a renderlo operativo. Abbiamo istituito un comitato dei guardiani, di cui fanno parte almeno un componente della famiglia, uno dei tutori e rappresentanti degli enti coinvolti, che verifica che i desiderata siano realizzati e quale sia la qualità dei servizi erogati».
La legge prevede un solo guardiano, ma Ubi e le due associazioni hanno preferito un modello pluralistico per permettere a ognuno di esprimere un parere motivato sui rispettivi ambiti di competenza. «Ora avvieremo una serie di incontri sui territori per spiegare il progetto alle realtà locali», spiega Cisternino. Cgm e Anffas sono i primi partner, ma Ubi è aperta all’ingresso di nuove collaborazioni. In parallelo la banca lancerà un bando per premiare progetti sul «dopo di noi» da associazioni della rete Anffas e Cgm. I migliori cinque riceveranno una donazione dalle commissioni della nuova carta di credito Hybrid.