"Il calore è il “carburante“ dei temporali": lo spiega Andrea Giuliacci, meteorologo, divulgatore scientifico e professore di Fisica per il sistema terra e per il mezzo circumterrestre all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Cos’è successo a Milano?
"Capita in estate che dopo periodi di tempo soleggiati, specie al Nord, riescano a infiltrarsi correnti relativamente fresche dall’Atlantico. Lo scontro tra aria calda e fredda provoca temporali che però, col tempo, si sono fatti via via più intensi, più violenti perché fa più caldo. Si è ampliato il periodo di tempo soleggiato, si accumula energia".
Cambiamento climatico sul banco degli imputati, quindi?
"L’aumento delle temperature medie è una certezza, i numeri sono incontestabili. Non possiamo collegare il singolo evento al cambiamento climatico, ma il fatto che i temporali che seminano distruzione siano diventati più numerosi e violenti in Lombardia è sicuramente collegato a questo".
Come sarà l’estate del futuro?
"Saranno tutte mediamente più calde, ci stiamo abituando da anni: per chi, come me, è stato bambino negli anni Settanta avere 35-36 gradi a Milano era un fatto eccezionale. E non è una sensazione: i dati meteo registravano quelle temperature in una singola giornata, non per settimane intere. Ci aspettano caldo, afa e temporali più violenti".
Come ci si difende?
"Per il caldo è più semplice: creare più aree verdi in città abbatte il calore. Gli alberi ad alto fusto ripuliscono l’aria meglio, ma presentano un inconveniente: con episodi di questa portata rischiano di venire giù. E quindi bene in centro a un parco, dove rischiano di fare meno danni, altrove è meglio disseminare cespugli, erba e piante di altre dimensioni. Asfalti chiari e tetti bianchi riflettono e assorbono meno calore. Il tessuto urbano è fondamentale e lo si vede nella differenza anche di due-tre gradi tra un quartiere e l’altro. E sarebbe meglio fare scorrere i corsi d’acqua e non tombarli sotto la città com’è stato fatto anche col Seveso".
Scoperchiare i Navigli interrati avrebbe senso?
"Sì. Non solo perché la superficie liquida è una naturale via di fuga per quando cade troppa acqua, aiuta a raccoglierla, toglie calore, e quindi “carburante“, al temporale che si fa sempre più intenso in città anche per le sostanze inquinanti".
Come difendersi invece dagli allagamenti?
"Non solo a Milano, ma in Lombardia, la rete fognaria è dimensionata per il clima in cui è stata realizzata, quando piogge così capitavano una volta ogni cent’anni. Se invece inizia a succedere una volta all’anno va in tilt. Metterci mano adesso per fare fronte a queste insidie, nel breve tempo, è più difficile". Simona Ballatore