Alessia Pifferi ha messo droga dello stupro nel biberon di Diana, morta di stenti

Milano, i risultati della consulenza autoptica che sarà depositata formalmente nei prossimi giorni. La madre diede benzodiazepine alla figlia piccola

Milano, 20 ottobre 2022 - Benzodiazepine nel latte contenuto nel biberon: Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi lasciata morire di  fame e di sete dalla sua mamma, è stata anche “drogata“ e sedata con gocce di "En" perché non piangesse, non urlasse e non attirasse l’attenzione dei vicini.

Alessia Pifferi in tribunale
Alessia Pifferi in tribunale

La relazione tossicologica

La relazione tossicologica sarà depositata a giorni, ma è ormai certo, stando alla procura, che la piccola ha assunto la sostanza, conosciuta anche come “droga dello stupro“ che le avrebbe provocato una sorta di letargia, spiegano i medici che hanno eseguito l’autopsia.

Le benzodiazepine

Tracce di benzodiazepine sono state trovate nei capelli della piccola Diana e nello stomaco, insieme a materiale di cui è composto il cuscino.

Droga dello stupro nel biberon

La bimba quindi, è ipotizzabile che nei sei giorni in cui è rimasta sola in casa, abbia tentato di mangiare, ma stordita dalla droga e disidratata dal caldo di luglio, non sia riuscita ad alzarsi dal  lettino, finendo per ingoiare il cotone del cuscino e non sia riuscita nemmeno a piangere, richiamando l’attenzione di qualcuno dei vicni.

Accertamenti

I primi esiti degli accertamenti avevano stabilito che Diana era morta prima delle 24 ore antecedenti il ritrovamento del corpo. Ma con la conferma che Diana è stata drogata cade il castello costruito dalla difesa secondo cui la  bimba era morta per cause che non dipendevano dalla condotta della mamma.

Senza droga la bimba si sarebbe potuta salvare

Se Alessia non l’avesse drogata - come aveva sostenuto, invece, fino a convincere anche i suoi legali - la piccola sarebbe stata in grado di alzarsi dal lettino da campeggio in cui era stesa, e avrebbe richiamato l’attenzione di qualcuno.

La posizione della madre si aggrava

Risposte più chiare comunque arriveranno dalla relazione finale sull’autopsia che indicherà i quantitativi di tranquillanti trovati nel corpo e in quale modo possono aver inciso sul decesso. A questo punto si aggrava la posizione della mamma a cui verrà contestata anche la premeditazione, oltre al dolo pieno.

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