
Finto dentista (Foto di repertorio)
Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/
Milano - Dentista, ma solo sulla targa del suo studio. Non solo il dottor R.G., 58 anni, milanese, non è un odontoiatra, ma nell’esercitare senza alcun diritto la professsione è riuscito a procurare a una sventurata paziente lesioni colpose di una tale gravità, con la rimozione di 16 denti, da meritarsi in primo grado una condanna record a 4 anni e 10 mesi di reclusione. Non si sa se il dottore, che esercitava abusivamente in città e aveva già subito condanne per lo stesso motivo, nel frattempo abbia aperto un nuovo studio da qualche altra parte, visto che la vicenda risale a quasi quattro anni fa. È certo però che ora dovrà versare alla sua ex paziente 100 mila euro a titolo di anticipo sui danni da calcolare in sede civile.
La storia della povera Marika (nome di fantasia), 49 anni, finita tra le mani del falso dentista, si è trascinata per un bel po’ fino al luglio 2017. Il capo d’imputazione per il quale il dottore è stato citato a giudizio e poi condannato, è sufficiente da solo a mettere i brividi come un film dell’orrore. R.G. "cagionava lesioni personali gravissime, per imperizia, imprudenza e colpa specifica consistita nell’esercitare la professione odontoiatrica pur non avendo conseguito la laurea specialistica". Nel caso della povera Marika, "praticando interventi di avulsione (estrazione, ndr.) e devitalizzazioni del dente, nonché installando impianti endossei (con l’inserimento di denti artificiali, ndr.)", quel genio di dentista cagionava alla povera donna "una gengivite diffusa, la perdita di 16 denti e del supporto osseo nei settori posteriori della mandibola".
Un’impresa ai limiti del narrabile, par da capire. Fra l’altro, la parte lesa ha dovuto ripercorrere anche nell’aula della nona sezione del tribunale penale, davanti al giudice Elisabetta Canevini, i passaggi più dolorosi della sua personale via crucis dentistica, fortunatamente già attestata da una consulenza tecnica disposta in fase di indagini dal pubblico ministero che ha citato a giudizio il presunto odontoiatra. Il quale, oltre ad aver accalappiato clienti ignari del piccolo particolare che il loro dentista non aveva la specializzazione, non deve aver imparato bene il mestiere neppure esercitandolo. E certo resta il mistero di come il dottor R.G. abbia potuto mandare avanti per anni il suo studio senza che nessuno abbia avuto niente da obiettare persino dopo le precedenti condanne. Forse anche per evitare che possa riprendere con facilità la sua (falsa) professione, il tribunale l’ha interdetto per cinque anni dai pubbici uffici e ha desposto per lui, quando avrà eventualmente scontato la pena, anche la misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni. In questo modo R.G. dovrà comunicare all’autorità di pubblica sicurezza ogni variazione di domicilio nonché il luogo dove andrà a svolgere la sua attività lavorativa. Sperando che basti a tenerlo lontano da trapani, bisturi e pinze odontoiatriche.