Melzo, un rebus la morte di Lucia. La figlia in cella in silenzio

L’anziana fatta a pezzi e sigillata nella vasca da bagno. Inchiesta difficile Autopsia complessa per lo stato del corpo. Forse la perizia psichiatrica

I rilievi dei carabinieri dopo la scoperta del delitto

I rilievi dei carabinieri dopo la scoperta del delitto

Melzo (Milano), 29 maggio 2022 -  A oltre ventiquattr’ore dal provvedimento di fermo non parla Rosa Fabbiano, la 58 enne di Mediglia ritenuta lassassina della madre, Lucia Cipriano, trovata senza vita nel suo appartamento in via Boves a Melzo. Le ultime parole le aveva gelidamente proferite giovedì mattina, davanti agli occhi increduli e terrorizzati della sorella Loredana, appena arrivata da Trento per vedere la madre: "Ho fatto un disastro". Poi il silenzio. Entro domani dovrebbe tenersi, al carcere di San Vittore, l’interrogatorio di garanzia. Con le accuse di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere. Il silenzio di Rosa, la "figlia bionda" della vittima, quella su cui da mesi gravava l’onere della cura di una madre precipitata nel gorgo della demenza, è oscuro come i punti che, ad oggi, vanno ancora chiariti. Una perizia psichiatrica sulla donna potrebbe essere disposta in seguito. E non è ancora stata stabilita una data per l’autopsia sui resti della vittima, sezionata "a tagli netti" e lasciata nella vasca, sigillata come in una bara, per almeno un mese e mezzo. Non sarà un’autopsia "normale", ma un delicato esame condotto da anatomo patologi esperti nell’esame dei tessuti.

Se infatti un quadro indiziario è completo, ed è tutto nel provvedimento di fermo siglato dal pm Elisa Calanducci, non è ancora possibile ricostruire quando e soprattutto come sia morta Lucia. Solo il racconto delle sorelle di Rosa Fabbiano e dei parenti e conoscenti della vittima sentiti nella convulsa giornata di giovedì consente ad oggi un quadro: Rosa gravata dall’impegno di accudimento verso la madre, in aggiunta a una già impegnativa situazione familiare. Lucia Cipriano da inizio anno era peggiorata. In inverno un vicino aveva chiamato in piena notte i carabinieri, mentre portava alla donna una coperta. L’84 enne era in pigiama, all’angolo, in attesa della figlia, "ha detto che passa a prendermi". C’erano urla notturne e stranezze. Un crollo verticale per una donna che, sino a un anno fa, era stata in gamba e autosufficiente. Rosa avrebbe agito da sola. Nessun altro provvedimento sarebbe nell’aria. Ignari della tragedia le sorelle e i familiari. E ignari i figli e il marito della donna, che giovedì aveva iniziato a cercarla preoccupato, non vedendola tornare dal lavoro.

 

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