
'Palazzo della morte' a Milano
Milano, 15 marzo 2016 - È facilissimo accedere al palazzo abbandonato di via Lattanzio: basta infilarsi in uno spazio ricavato nelle assi di legno senza neanche chinarsi troppo. Monumento al degrado all’angolo con via Colletta, due passi da piazzale Lodi. Ecomostro che fa palesemente a pugni col resto del quartiere, residenziale e pieno di verde. Per arrivare alle scale si deve percorrere con attenzione uno stretto budello tra il muro e una montagna di terriccio umido. Il percorso è assai accidentato: tra cocci di bottiglia, ferri da cantiere che spuntano qui e là e cartoni di vino con l’etichetta consumata; in mezzo alle macerie trova spazio persino un romanzo, «Il profumo delle bugie», aperto a pagina 10.
Un albergo di ultim’ordine per decine di disperati ricavato in questo edificio che sembra sventrato da una bomba: cucina e stendipanni al secondo piano, materassi al terzo e stanza del buco su in cima, con una manciata di siringhe ammonticchiate in un angolo. La pensione della vergogna era anche la casa di Massimo Metta, quarantatreenne milanese con piccoli precedenti alle spalle per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti. Il suo cadavere è stato ritrovato ieri mattina in quello che avrebbe dovuto essere il cortile interno dello stabile: sarebbe precipitato dal terzo piano, secondo i primi rilievi. Caduta accidentale o altro? Presto per risolvere il giallo: bisognerà conoscere anzitutto i risultati dell’autopsia per capire se Massimo abbia assunto droga o alcol prima di cadere nel vuoto. Al momento, gli uomini della Squadra mobile e del commissariato Monforte-Vittoria, coordinati dal pm Maria Letizia Mocciaro, non escludono alcuna ipotesi. Anche perché un paio di testimoni ascoltati ieri hanno riferito di urla provenienti dall’interno dell’edificio: sembra che i litiganti si stessero contendendo il posto da occupare. Le domande restano tutte in piedi. Domande alle quali non sarà facile dare una risposta; e il precedente recentissimo della morte di Fabio Aloisi, deceduto in circostanze quasi identiche in via Amidani (e con un’inchiesta che si avvia verso l’archiviazione), è lì a dimostrarlo. «Stiamo valutando un’azione legale e la costituzione di parte civile in relazione a possibili responsabilità colpose e danno morale nei confronti della proprietà dello stabile », la reazione di Palazzo Marino. L’opposizione va all’attacco. Dura Silvia Sardone di Forza Italia, che proprio davanti allo stabile di via Lattanzio aveva organizzato un mese fa una manifestazione di protesta: «Il Comune non fa nulla per garantire sicurezza e controllare l’area: negli ultimi giorni, i cortili dei palazzi adiacenti sono stati invasi dai topi». Di episodio «prevedibile» parla l’azzurro Pietro Tatarella, mentre Riccardo De Corato di FdI annuncia un esposto in Procura contro l’amministrazione. nicola.palma@ilgiorno.net