
Alexander Pereira e Daniela de Souza
Milano, 11 dicembre 2016 - «We say bravo” a Daniela», scrisse sul suo sito l’Istituto Marangoni due anni fa. Così la scuola di moda, arte e design situata in pieno Quadrilatero si congratulò con De Souza, studentessa originaria di Manaus, che aveva disegnato e indossato per la Prima della Scala un abito bianco con strascico di sua fantasia. Non una studentessa qualsiasi, visto che Daniela De Souza è la compagna – da una decina d’anni – del sovrintendente del Teatro alla Scala, Alexander Pereira. Quest’anno ha aperto il suo atelier in via Morone, dietro il tempio della lirica. E per il 7 dicembre appena passato ha sfoggiato un’altra sua creazione, un vestito color fiori di ciliegio. E oltre che al suo «grande amore» Alexander «che ogni domenica si mette ai fornelli per me», ormai è legata anche alla città d’elezione: «Una metropoli caotica, viva, brasiliana come me».
Daniela De Souza, a quando risale il suo primo incontro con Milano?
«Al 2011, quando ho messo piede alla scuola di moda Marangoni. Me ne sono innamorata dal primo momento che l’ho vista. Per il suo modo di essere brasiliana. Prima avevo vissuto sei anni a Zurigo e il cambiamento non era stato facile. Venivo da Manaus e mi ero trovata catapultata da una città caotica a una città normale, perfetta, fin troppo. Invece qui ho ritrovato un’atmosfera più umana. I milanesi sono simpaticissimi, mai un problema, tutti mi trattano amichevolmente, anche quando non sanno del mio rapporto con Alexander».
Cosa le ha insegnato la Marangoni?
«Sono entrata all’Istituto senza sapere tanto. Studiare moda nella capitale della moda ha richiesto un certo impegno. Ma ho imparato tanto e scoperto un lato di me più professionale. È stata un punto di partenza. Poi ho aperto l’atelier. Potrei tornare alla Marangoni per studiare fashion business».
Come procede l’atelier, a un anno dall’inaugurazione?
«Da gennaio ho sentito subito la fiducia di tante persone e ho avuto l’opportunità di mostrare le mie capacità. Sempre più signore si sono rivolte a me. Tutto merito del passaparola. Sono soddisfatta». Lei disegna i suoi abiti per la Prima di Sant’Ambrogio.
Alla “Madama Butterfly“, c’erano altre donne che vestivano un De Souza?
«Tra le signore della Prima c’erano anche mie clienti. Ma per la serata ero l’unica a indossare una mia creazione».
A parte la Scala, qual è il suo luogo meneghino preferito?
«Non ho tempo di andare tanto in giro. Dopo una giornata di lavoro, quando capita, mi concedo un aperitivo con le amiche, per rilassarmi. Sempre in zona: al Bar Martini, da Armani... La Scala impegna tantissimo Alexander ma anche me. Idem l’atelier».
Riuscite mai a ritagliarvi tempo per andare al cinema o a fare una passeggiata?
«Io e Alexander abbiamo una sola giornata libera, la domenica. La chiamo il “pigiama day”. Anche se a volte diventa una mezza giornata, perché magari Alexander se ne va in ufficio al pomeriggio. Io in atelier».
E cosa fa per lei Pereira la domenica?
«Cucina. E io non posso avvicinarmi ai fornelli: fa tutto lui. Spaghetti alle vongole, wiener schnitzel.... A volte prepara una zuppa di verdure per dieci anche se siamo solo noi due. Lo lascio fare. Per lui è una forma di relax».
Le piace il nuovo skyline?
«Bellissimo. Una volta siamo andati in cima al grattacielo dell’Unicredit. Una vista incredibile».