Dall’ex Br a DoRa, gli estremi del corteo No vax

Diecimila in piazza per la quattordicesima volta: tafferugli vicino alla sede della Cgil, un fermato. In corteo pure Ferrari e i neonazisti

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di Nicola Palma

Ancora diecimila persone in strada. Ancora un corteo non autorizzato. Ancora traffico in tilt e centro bloccato per ore. Ancora manifestanti che si muovono a casaccio per creare più danni possibile: "Se non cambierà, bloccheremo la città". Ancora il tentativo di percorrere corso di Porta Vittoria, nonostante l’imponente sbarramento di forze dell’ordine a difesa di Tribunale e Camera del Lavoro. Ancora un fermo e denunce in arrivo. Per il quattordicesimo sabato consecutivo dal 24 luglio, il popolo dei No vax è sceso in piazza per protestare.

Un popolo talmente eterogeneo e scarsamente leggibile con gli schemi tradizionali da tenere insieme gli anarchici (molti meno dell’ultima volta e non in vista come di recente), una dozzina di neonazisti di Do.Ra. (la comunità dei Dodici Raggi di Varese) e persino l’ex terrorista modenese di 75 anni Paolo Maurizio Ferrari (parte del nucleo originario delle Br, uscito nel 2004 dopo 30 anni senza essersi mai dissociato dalla lotta armata e arrestato nuovamente nel 2012 in una delle inchieste sul movimento No Tav). Un popolo che pure ieri ha tenuto in scacco Milano e i suoi boulevard commerciali più frequentati, da corso Vittorio Emanuele a corso Buenos Aires: "Ora che Milano vede un po’ di prospettiva con una maggiore sicurezza sanitaria si torna a colpire una giornata, quella del sabato, che rappresenta oltre il 20% del fatturato per commercio e pubblici esercizi – ha detto il segretario generale di Confcommercio Milano Marco Barbieri –. La legittima libertà di esprimere il proprio dissenso non può limitare la libertà della grande maggioranza di muoversi e operare in tranquillità". Il ritrovo è come al solito a metà pomeriggio in piazza Fontana, coi soliti slogan contro Draghi e il certificato vaccinale a scandire l’immediata vigilia dell’iniziativa selvaggia. Il serpentone si muove a passo lento verso via Larga, per poi risalire da piazza Missori in via Mazzini e da lì in Duomo. Ci sono numerose fasi di stallo durante il tragitto, anche perché ci sono pareri divergenti sul tragitto: a tenere lo striscione d’apertura "Lavoratori contro green pass e obbligo vaccinale: ora e sempre resistenza" c’è proprio Ferrari, che precede di qualche metro i militanti di Do.Ra. che marciano inquadrati probabilmente per farsi vedere e non lasciare tutta la ribalta agli anarchici. Un cortocircuito di opposti estremismi che si può innescare solo in una folla così magmatica e apolitica.

Un cortocircuito che però, e non è la prima volta, sembra incidere poco sull’intrinseca voglia di disturbare dei cosiddetti "cittadini comuni": sono loro a deviare continuamente; sono loro a insultare carabinieri e poliziotti costretti a rincorrere in fila indiana sui marciapiedi i continui cambi di direzione; sono loro a trascinare a oltranza la maratona del weekend, incuranti dei problemi che provocano alla circolazione dei mezzi pubblici. In corso Venezia, i vigili riescono a liberare in tempo la carreggiata che porta ai Bastioni, così da evitare che i No vax camminino tra le auto in coda. Non basta, però, a evitare rallentamenti a catena in zona Baires, e così fino a piazzale Loreto. Lì la sosta più lunga, per capire cosa fare: sono ancora le 19, e, come abbiamo purtroppo imparato, i negazionisti non si salutano mai prima delle 21 dandosi appuntamento al sabato successivo. Ed ecco la ripartenza in viale Abruzzi, letteralmente invaso pure nella parte di carreggiata che ospita la corsia preferenziale per autobus e taxi. Si va avanti così anche in via dei Mille e in viale Piceno. Poi i manifestanti, nel frattempo diminuiti di diverse migliaia, svoltano a destra in corso XXII Marzo: puntano a piazza Cinque Giornate, e poi a corso di Porta Vittoria. Già, proprio il punto segnato in rosso sulla mappa dell’ordine pubblico: ci sono il Palazzo di Giustizia e la sede della Cgil da blindare. E infatti i No vax trovano ad attenderli un maxi sbarramento con reparti antisommossa, blindati e idranti: le avanguardie del corteo si avvicinano pericolosamente, ma i due minuti di altissima tensione si chiudono per fortuna senza contatti e con qualche urlaccio di "Venduti". Non è finita. Gli anti-vaccinisti imboccano viale Bianca Maria e poi girano subito a sinistra in via Corridoni, provando ad aggirare l’ostacolo. In via Dandolo il blitz di una decina di loro viene respinto di corsa dai poliziotti, che ne bloccano uno. Dopo un altro tentativo in via Respighi, la protesta si chiude in piazza Duomo. Dopo quattro ore e mezza.

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