Dal rogo di un alloggio ad agosto alla rinuncia del custode sociale

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Il muro è ancora annerito, a ricordare quanto successo poco meno di nove mesi fa: l’incendio che spaventò l’intero stabile di via Zamagna 4, divampato al primo piano della scala di sinistra, e mandò in ospedale otto persone – tra cui una donna incinta e tre bambini di 2, 4 e 5 anni – per l’intossicazione provocata dal fumo respirato. All’epoca, si era ipotizzato che il rogo fosse scoppiato al culmine di un violento litigio tra inquilini abusivi: da una parte gli occupanti dell’alloggio poi andato in fiamme, dall’altra un gruppo di cittadini egiziani. Già, gli abusivi, una piaga che riguarda tanti stabili popolari e da cui via Zamagna 4 non è affatto immune. Anzi: un intervento delle Volanti della polizia aveva fatto emergere nel gennaio 2019 che i raid illegali si erano estesi anche alle cantine della scala F del complesso in zona San Siro, diventate dimora di due diciottenni italiani e di due croati di 37 e 53 anni. Quegli stessi sotterranei che, sostengono i residenti regolari, vengono abitualmente utilizzati dai pusher della zona. L’aggressione andata in scena nella tarda mattinata di ieri ha riportato ancora una volta l’attenzione su via Zamagna 4. Dall’altra parte della strada, alle 14, ci sono due uomini e quattro adolescenti seduti sul marciapiedi: sono tutti romeni, uno ammette candidamente di essere un occupante fuorilegge ("Ho moglie e quattro bambini") e racconta i suoi trascorsi nel campo nomadi di via Barzaghi.

"Qui ci sono anche tanti nordafricani abusivi – aggiunge –. Non ci vado molto d’accordo, ma con loro ho parlato chiaro il primo giorno: se non mi date fastidio, potete fare quello che volete". Loro sì, non quelli che vorrebbero lavorare regolarmente. Quelli che come Giuseppe, 54 anni, che la mattina del 21 marzo si è presentato alle 8.30 per prendere servizio come custode sociale per conto di Aler. Peccato che gli sia bastata una sola giornata per rinunciare a un incarico inaspettatamente pericoloso: "Ero consapevole che si trattasse di un quartiere difficile – il suo sfogo raccolto un mese e mezzo fa dal Giorno –. Ma onestamente non potevo immaginare che lo fosse fino a questo punto. Non potevo immaginare di ritrovarmi dopo poche ore di lavoro, e senza aver fatto nulla di male, alle prese con dei delinquenti".

Delinquenti che prima gli hanno scagliato contro alcune bottiglie di vetro, per poi prendere a sprangate la porta d’ingresso della sua guardiola. Ieri desolatamente vuota.

Nicola Palma

Marianna Vazzana

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