
Alla ventenne Sofia Castelli uccisa dall’ex fidanzato Zakaria Atqaoui nel sonno, l’associazione “Scarpetta rossa“ ha dedicato il progetto anti-violenza...
Alla ventenne Sofia Castelli uccisa dall’ex fidanzato Zakaria Atqaoui nel sonno, l’associazione “Scarpetta rossa“ ha dedicato il progetto anti-violenza destinato ai più giovani. Si chiama "Ora parla Sofia" l’iniziativa, il cui nome è stato scelto proprio dalla madre della vittima, coinvolge in prima persona anche le amiche della ragazza. Proprio le ragazze che studiavano con Sofia e le sue amiche d’infanzia porteranno avanti, insieme all’associazione, il progetto di “educazione“ e informazione nelle scuole, a partire da quelle frequentate da Sofia, a Cologno Monzese. L’appello presentato da Zakaria nel tentativo di ottenere uno sconto di pena è stato per tutti, famiglia e amici, un "doppio dolore", un colpo al cuore. "Pensavamo che da miracolato – hanno detto gli amici affidando all’associazione le loro parole – non provasse a chiedere un altro miracolo". Invece la difesa del ragazzo lo scorso settembre, proprio allo scadere dei termini utili per farlo, ha presentato ricorso in appello contro la sentenza di primo grado, con l’obiettivo di far cadere le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi.
Circostanze riconosciute invece anche nell’udienza cartolare di secondo grado, equiparate dalla corte d’Assise di Monza alle attenuanti generiche. In questi casi, quando aggravanti e attenuanti sono compensate per equivalenza, di fatto producendo l’effetto di cancellare l’aggravante da ergastolo, cioè la premeditazione, non è più possibile per la difesa della vittima presentare ricorso per aumentare la pena. Ora si vedrà se la difesa dell’assassino formalizzerà un ricorso per Cassazione, che però non entrerà nel merito, gli ermellini valuteranno eventualmente l’esistenza di vizi di forma. In futuro, data la giovane età di Zakaria, la difesa potrebbe puntare a concordare, invece, una giustizia riparativa.
Anna Giorgi