"Dal 2019 attendo di essere operato"

Renzo Toffanello, in attesa di un intervento chirurgico per ipertrofia prostatica dal 2019, denuncia le lunghe liste d'attesa e la difficoltà di accesso alle cure nel sistema sanitario pubblico, rischiando la povertà con una pensione di 2000 euro al mese per lui e la moglie invalida.

Renzo Toffanello attende dal 2019 un intervento chirurgico, per un problema di ipertrofia della prostata, attraverso il sistema sanitario pubblico. C’è stata la pandemia, che ha messo in crisi il sistema, seguita dal ritorno alla normalità e dall’allungarsi delle liste d’attesa. E lui, a 74 anni, è ancora in attesa dell’operazione. "Dal punto di vista della pensione in questo momento riceviamo quanto basta per vivere – spiega – ma il problema è legato alle prestazioni sanitarie, perché stiamo sperimentando tutte le conseguenze dello smantellamento di un sistema. Le persone che hanno problemi di salute sono di fatto costrette a rivolgersi a privati, la Lombardia ha ottimi ospedali ma non sono accessibili". Renzo, che ha lavorato per una vita come installatore all’AgustaWestland, colosso degli elicotteri nel Varesotto, percepisce una pensione di circa 1400 euro al mese. Sommando la pensione della moglie, poco più di 600 euro al mese, il nucleo familiare arriva a circa 2000 euro.

"Per fortuna abbiamo una casa di proprietà – prosegue – e con la nostra pensione riusciamo ad andare avanti senza problemi. La mia preoccupazione è per il futuro, perché la situazione rischia di diventare drammatica e potremmo trovarci a toccare con mano la povertà". La moglie, infatti, ha un’invalidità del 70% dovuta a demenza senile. Per ora vive in casa, assistita dal marito, ma in futuro, se la malattia dovesse degenerare, potrebbe essere necessario il ricovero in una struttura specializzata. "Con le nostre pensioni non saremmo in grado di sostenere rette che si aggirano sui duemila euro al mese – conclude – e per questo sono molto preoccupato per gli scenari che si apriranno nel futuro. La politica dovrebbe dare risposte e pensare a delle soluzioni per gli anni che verranno, invece di erogare bonus che non servono a niente".

Andrea Gianni

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