REDAZIONE MILANO

"Da 50 anni su e manco sono armati"

L’operazione Eyphemos 2 e il paniere di società in Lombardia

"Diego è diverso, lui non ne prende mai cose. Tu pensa che è da trenta, è da cinquant’anni che siete a Milano e non avete neanche un pezzo di ferro. L’ho dovuto salire io!". E lo rivendica. Ci ha dovuto pensare lui, Antonino Gagliostro, Tony u mutu, 47 anni, a portare "un ferro", cioè un’arma da fuoco, ai cognati. Lo dice chiaramente durante una telefonata al boss Laurendi come critica nei confronti di Giuseppe detto "Pinnacchia" e Diego Idà ai quali aveva fatto gestire delle attività milanesi.

Nessuno dei due, a suo dire, aveva pensato alla necessità che anche al Nord dovessero tenere armi, per ogni eventualità. E lo dice avendo un peso, per il boss: le indagini hanno fatto emergere il suo ruolo di rilievo, sia perché tra i fautori del cosiddetto "banco nuovo" che si voleva costruire e che avrebbe comportato l’azione di rifondare il locale sodalizio criminoso a Sant’Eufemia, con azzeramento delle cariche di ‘ndrangheta attive e nuova distribuzione, e sia perché aveva il potere di proporre nuove affiliazioni.

A quanto pare, era peraltro tra i più attivi nell’avanzare idee per le candidature alle nuove cariche, promuovendo coloro che riteneva più meritevoli sotto il profilo criminale. Lui, con un "curriculum" che riporta una condanna a dieci anni di reclusione per reati di spaccio commessi a Milano nel 1996. In più aveva il compito di custodire le armi della cosca e ne aveva ampia disponibilità.

Dalle intercettazioni è emersa pure la sua partecipazione a moltissime riunioni con il capo, per stabilire la strategia da adottare per non perdere "peso mafioso" rispetto alla frangia criminale contrapposta.

M.V.