"Curatemi ai domiciliari" Genovese ci riprova

La difesa di Alberto Genovese, l’imprenditore del web in carcere con l’accusa di aver stordito con droghe e stuprato due ragazze tra Milano e Ibiza, ha presentato al gip di Tommaso Perna la richiesta di una perizia per valutare le sue condizioni di salute, legate alla dipendenza da cocaina. La richiesta è finalizzata alla scarcerazione. A quanto si è saputo, i legali nella nuova istanza si richiamano alla richiesta di domiciliari in una clinica per disintossicarsi, che venne respinta dal giudice a fine febbraio. E fanno notare, anche attraverso la consulenza di un esperto psichiatra, che il "mago delle start up digitali" a San Vittore è stato sì sottoposto a terapia farmacologica, ma non ha mai avuto una vera diagnosi.

Da qui la richiesta al giudice di una perizia, affinché vengano valutate le sue condizioni attuali. Istanza finalizzata alla scarcerazione. Nel frattempo, la Procura sta valutando di disporre una consulenza, affidata ad esperti, tra cui un tossicologo e uno psichiatra, sugli effetti delle droghe che sono state fatte assumere alle ragazze e che, secondo l’accusa, le hanno rese incoscienti prima di subire le violenze.

Dopo l’arresto il 6 novembre per l’accusa di aver violentato una 18enne nel suo attico di lusso a due passi dal Duomo, il 25 febbraio scorso a Genovese è stata notificata anche una seconda ordinanza per lo stupro, contestato pure alla sua fidanzata. Si tratterbbe di una modella di 23 anni che, stando all’accusa, lui avrebbe violentato ad Ibiza il 10 luglio, anche lei stordita con un mix di stupefacenti, tra cui cocaina e ketamina.

L’imprenditore è anche indagato in una tranche d’inchiesta che riguarda la sue movimentazioni finanziarie. Genovese infatti ha tredici società, alcuno in Italia, alcune all’estero.

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