
Tortona, da quartiere operaio a polo culturale e del design: trasformazione radicale in 20 anni. Showroom, laboratori e eventi moda. Problemi di sicurezza post Covid.
Da quartiere operaio a zona della cultura e del design: negli ultimi vent’anni Tortona ha subito un cambiamento radicale, che le ha donato fama e visibilità internazionale. Una trasformazione, in quella fascia a nord del Naviglio Grande fra via Tortona e via Solari, tutta nel segno del recupero: dove c’erano fabbriche e capannoni sono nati showroom, laboratori fotografici e spazi ibridi. Come nell’area ex Ansaldo, che ospita il Mudec - Museo delle culture e un centro polifunzionale come Base. Ed è proprio in Tortona che si concentrano i principali eventi di moda e design.
"Quando sono arrivata non c’era niente, era periferia", racconta Piera Scotti, che abita qui da cinquant’anni. "Mi piace il movimento che si è creato, anche se la zona è più cara". L’afflusso di gente crea però qualche problema ai residenti, "soprattutto nel trovare parcheggio", commenta il marito Mario Scotti. "Dopo il Covid la zona è peggiorata", aggiunge Marco Pilati, titolare di un bar. "Ci sono bande che buttano a terra motociclette e scippano di continuo. Qualche giorno fa una signora è entrata qui per bere un caffè e fuori le hanno rubato la bicicletta".