
Asst Ovest Milanese si sfila dalle responsabilità in merito alla decisione di chiudere, già da questo fine settimana, il centro vaccinale all’ospedale di Cuggiono. "La decisione è stata assunta dall’assessorato alla sanità della Regione. La programmazione delle vaccinazioni compete all’ente superiore" è la replica che arriva dalla sede direttiva di Legnano. "La Regione - si precisa - ha scelto di operare la vaccinazione massiva della popolazione negli hub che sono stati attivati in queste settimane. Per il territorio dell’Ovest Milanese i due hub indicati sono quelli di Cerro Maggiore e Abbiategrasso". A Cerro con 10 linee vaccinali per una potenzialità di 1.380 vaccinazioni al giorno, ad Abbiategrasso con 20 linee vaccinali per una potenzialità doppia (2.760 al giorno).
Una scelta motivata dalla possibilità di organizzare al meglio le prenotazioni e di disporre di spazi ampi a capienti (anche per i parcheggi) dove effettuare un numero elevato di vaccinazioni ogni giorno (il dato auspicato per l’intera Regione è di 170mila vaccinazioni al giorno). Il tutto nel minor tempo possibile. In conseguenza a questa scelta metodologica, terminata la vaccinazione con la seconda dose data ai pazienti che avevano ricevuto la prima nei centri vaccinali aperti inizialmente a Legnano e Magenta, e successivamente a Cuggiono, tutti questi centri vaccinali situati in strutture ospedaliere saranno chiusi. Una decisione, questa, che sembra essere in contrasto con quanto auspicato a livello nazionale dal generale Figliuolo, ovvero la capillarizzazione delle somministrazioni. Decisione che non è affatto piaciuta ai sindaci e alle organizzazioni di volontariato del territorio. Parecchi sindaci - ricordiamo le proposte avanzate da Corbetta e da Arconate -, anche sulla base della positiva esperienza per le vaccinazioni antinfluenzali, avevano manifestato già da marzo la disponibilità per mettere a disposizione spazi, strutture comunali e anche personale per effettuare le vaccinazioni nei singoli Comuni, in modo soprattutto da non creare disagi ai residenti, senza obbligarli a doversi spostare anche per molti chilometri. Tutte queste loro proposte sono destinate a restare semplici idee operative, non attuabili. "La campagna vaccinale che stiamo affrontando non ha eguali nella storia recente e deve vedere tutte le risorse a disposizione coinvolte per raggiungere l’obiettivo nel modo migliore - sostiene Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno -. La vaccinazione di prossimità è la strada per venire incontro ai cittadini che hanno maggiori necessità di supporto". "Avevo già espresso la mia convinzione sul fatto che il percorso più adeguato fosse prevedere la possibilità di effettuare le vaccinazioni su scala comunale. Sicuramente ritengo che sia quanto mai opportuno mantenere in essere quei centri vaccinali che già esistono e che, grazie al prezioso aiuto di volontari che si mettono a disposizione, sarebbero un punto di riferimento quanto mai necessario per le categorie più fragili delle nostre Comunità".
Giovanni Chiodini