MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Facciate cadenti e negozi fantasma: "Per la spesa? Prendiamo l’autobus"

Viaggio nel caseggiato popolare di via Rizzoli a Crescenzago

Viaggio in via Rizzoli, quartiere Crescenzago (Newpress)

Milano, 17 agosto 2017 - È un alternarsi di verde e cemento, di edifici dismessi e complessi condominiali popolari e privati in mezzo ai quali spunta la cittadella Rcs, la fermata del metrò Crescenzago, un cantiere che porterà un nuovo complesso di edilizia residenziale sociale, gli orti, un pugno di negozi. Ecco via Rizzoli e dintorni, estrema periferia nord-est. Le sentinelle di mezza estate sono loro: gli abitanti del caseggiato del Comune tra i civici 13 e 45. Anima del Comitato inquilini Rizzoli 1983. Davanti alle case, un parco. Sul retro prati, un’area cani e una stradina di terra. «Abitiamo qui da 34 anni – comincia Mario Caruso –. Il primo problema è la presenza di spazi dismessi in quartiere».

Passeggia fino al civico 13/A e allarga le braccia, tra un casermone vuoto («una volta c’era un distributore di benzina, poi l’edificio è diventato rifugio di disperati finché qualche anno fa non è stato messo in sicurezza. E resta qui, come un monumento al degrado») e un prefabbricato che un tempo era il supermercato del quartiere. Dall’altro lato, i locali di un ex studio medico sono ora la sede del comitato inquilini. La mancanza di un supermercato è un guaio per i più anziani. «E qui siamo parecchi. Prendo il bus 75 per raggiungere il supermercato più vicino», sottolinea Giulietta Bellini. «Sono rimasti solo il forno, la farmacia, la latteria e la tabaccheria. L’edicola e la gelateria hanno abbassato le serrande», precisa Michele Primavera. La lista delle «questioni da risolvere» si allunga puntando i riflettori sul caseggiato popolare del Comune, gestito da MM. Oltre 400 alloggi. «Basta guardare in su per accorgersi delle condizioni delle facciate: sono crollati calcinacci. Quando ci saranno gli interventi di restyling?», domandano i cittadini. E poi ci sono «le infiltrazioni, i problemi alle fognature, gli alloggi sfitti, una “trincea” scavata al piano interrato».

Altro neo, i citofoni:«Da Natale non funzionano in diverse scale. Io sono al 27/A, quando ricevo visite devo scendere dal quinto piano per aprire il portone», racconta Francesco Trivieri. MM risponde che «dal 1° dicembre 2014 (da quando è cominciata la sua gestione, ndr) sono arrivate 120 segnalazioni su infiltrazioni. 118 situazioni sono state risolte, le ultime due lo saranno a settembre», con la tinteggiatura post lavori. Quanto ai citofoni rotti, «entro dicembre verranno riparati o sostituiti», in base al tipo di danno. Mentre la “trincea” al piano dei box è il risultato dei lavori effettuati per riparare una perdita dall’impianto antincendio. «Entro fine mese sarà chiusa», assicura MM. Mentre sulle facciate «si è intervenuti togliendo le parti pericolanti dei balconi e sigillando i punti con isolanti. La riqualificazione, a carico del Comune, è nel piano di manutenzione straordiaria e sarà effettuata entro il 2019».

E si apre il capitolo sicurezza. «Ci sono certi sottopassi e stradine in cui avvengono scippi. E le piazzole accanto alle fermate del metrò sono luogo di bivacco per rom», spiega una donna. «Abbiamo pure subito diversi furti in appartamento». La settimana scorsa, quello dei “ladri acrobati” in via Orbetello, raccontato su queste pagine. Uno dei ladri è stato catturato dalla polizia mentre i due complici hanno trovato una via di fuga saltando oltre la barriera del metrò.