Crediti deteriorati, il Monte esce senza danni

Le richieste di rinvio a giudizio della procura di Milano concentrate sugli ex vertici Profumo, Viola e Tononi. La banca è un capitolo a parte

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La nota della procura di Milano, firmata dal procuratore capo Marcello Viola (nella foto), sulla richiesta di rinvio a giudizio per gli ex presidenti di Banca Mps, Alessandro Profumo e Massimo Tononi, per l’ex amministratore delegato Fabrizio Viola e per l’ex dirigente Arturo Betunio, già responsabile dell’area bilancio, ha innescato pochissime reazioni ufficiali (a parte Profumo, nessuno ha replicato) ma ha prospettato scenari molto interessanti per Rocca Salimbeni.

"E’ stata separata la posizione della persona giuridica Banca Mps, che verrà definita separatamente" ha scritto il procuratore Viola, non aggiungendo altro riguardo allo stralcio. E per quanto sia prematura ogni congettura, è già evidente che le posizioni dei quattro accusati di falso in prospetto, false comunicazioni sociali e aggiotaggio, e quella della Banca sono da ora in poi distinte e differenziate.

Lo stralcio potrebbe anche essere il prologo ad un’archiviazione per il Monte dei Paschi, così come lo è stato per gli altri indagati in questa lunga e tormentata inchiesta sui crediti deteriorati. Che ha già lasciato sul campo tre pubblici ministeri, due richieste di archiviazione, strascichi di indagini a Brescia per gli ex pubblici ministeri, perizie sterminate come quella firmata da Bellavia e Ferradini, che estendeva i controlli sui bilanci e sulle rettifiche non corrette fino al 2017. Anche la nuova consulenza, chiesta dai nuovi pm Fontana e Cavalleri,firmata da Chiaruttini e Minetto, era servita per allargare lo spettro degli indagati a due altri ex presidenti e a un ex amministratore delegato.

Il procuratore Viola, però, ha specificato nella nota che le indagini condotte dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, hanno ristretto il campo ai bilanci Mps del 2014, del 2015 "e alla relazione semestrale pubblicata il 29 luglio 2016". Per questo gli indagati sono rimasti solo quattro. Restano protagonisti eccellenti, le richieste di rinvio a giudizio riguardano Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, che ad aprile terminerà il suo mandato e toccherà al governo Meloni nominare i nuovi vertici nelle grandi aziende di Stato; Massimo Tononi, che oggi è presidente di Banco Bpm, una delle protagoniste del risiko bancario passato e futuro; Fabrizio Viola, ex ad di Banca Mps e della Popolare di Vicenza.

Le prospettive per Rocca Salimbeni, però, sembrano più rosee. Soprattutto sul fronte delle eventuali richieste di risarcimento danni. Prendendo tempo sulla banca, la procura si concentrerà sulle responsabilità degli ex vertici, nel caso il giudice accettasse le richieste di processo. E la distinzione dà più corpo alle aspettative dell’ad Luigi Lovaglio sulle richieste extragiudiziali. "Anche a detta dei nostri consulenti legali - aveva detto Lovaglio in estate . non sussistono le condizioni per effettuare qualsiasi stima di danno".

P.D.B.

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