"Che dolore quel no ad AstraZeneca". Pregliasco vaccinatore all'hub di Novegro

Il noto virologo del Gruppo San Donato ha dato il suo contributo in prima persona alla campagna anti-Covid

Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco

Segrate, 6 maggio 2021 – Stupore, questa mattina, da parte dei vaccinandi dell'hub di Novegro, dove il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'istituto Galeazzi di Milano, è stato tra coloro che hanno dato il proprio contributo per effettuare le iniezioni. Con l'occasione il professore ha ribadito l'importanza della campagna d'immunizzazione: “E' fondamentale – ha detto - vaccinarsi perché la vaccinazione è sicura e efficace. Bisogna approcciarsi in modo sereno per proteggere se stessi, le proprie famiglie e la comunità”. La settimana scorsa era stato il virologo Roberto Burioni a tenere, a sua volta, una seduta vaccinale a Novegro.

Vaccinazioni in Lombardia: si apre alla fascia 50-59 anni Inaugurato il 20 aprile, l'hub segratese è stato ricavato nei padiglioni del polo fieristico ed è gestito dal gruppo ospedaliero San Donato. In questi giorni si viaggia su una media di 2 mila iniezioni al giorno, un numero legato a un generale rallentamento nella fornitura delle dosi; dopo la metà di maggio si conta di tornare a pieno regime, ovvero a 5 mila somministrazioni giornaliere. Nell'hub operano 80 tra medici, infermieri e amministrativi. A supporto, gruppi di volontari.

Il racconto del virologo

"Quel paziente aveva la paura negli occhi. Quando ha saputo che avrebbe ricevuto il vaccino di AstraZeneca ha confessato le sue preoccupazioni, era veramente spaventato. E nonostante le ampie rassicurazioni ricevute in un lungo colloquio, alla fine ha detto no". Pregliasco racconta così l'esperienza, o almeno una parte, all'hub di Novegro. "E' drammatico constatare il male che può fare una comunicazione cacofonica e scoordinata", sottolinea il medico dopo una mattinata da vaccinatore. Protagonista dell'episodio "un signore di 62 anni - spiega il docente dell'università Statale di Milano - che si è mostrato molto preoccupato, davvero spaventato, nel momento in cui gli è stato detto che era destinato ad AstraZeneca secondo le indicazioni delle autorità sanitarie. Ha detto di avere avuto situazioni in famiglia che lo avevano angosciato, ha parlato di effetti collaterali pesanti e ha confessato che si aspettava il vaccino di Pfizer. Ho constatato con drammaticità come una persona che si era già seduta sulla sedia, pronta a essere vaccinata, nonostante una lunga disquisizione abbia preferito allontanarsi. E' rimasto per un po' nella sala di attesa, perché ovviamente gli abbiamo detto di pensarci, non è che siamo qui a vendere pentole", precisa il virologo. "Ma alla fine ha deciso di rinunciare al suo vaccino", ha preferito essere messo in coda.

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