Covid, influenza e carenza di personale Al terziario mancano 98mila addetti "Così perdiamo 50 milioni di euro"

La stima di Confcommercio: boom di malattie, 490mila giornate di lavoro perse. Non si trovano sostituti. Negozi in affanno per il picco natalizio. "Le aziende si contendono i ragazzi dei centri di formazione"

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di Andrea Gianni

Alla difficoltà nel trovare personale si aggiungono le assenze dovute a influenza e Covid. Fattori che a Milano stanno mettendo in difficoltà le imprese. Solo nel settore del terziario si registra, a dicembre, la mancanza di 98.036 lavoratori, in malattia per periodi di varia durata. Si tratta del 5,8% del totale della forza lavoro nel settore, che le imprese non riescono a sostituire soprattutto nei negozi, alle prese con il picco natalizio. L’ufficio studi di Confcommercio Milano, attraverso una elaborazione su dati Istat, Inps e dell’Istituto Superiore di Sanità, stima quindi un impatto negativo come perdita di produttività di 50,7 milioni di euro (l’1,7% del giro d’affari totale) con oltre 490mila giornate di lavoro perse. "Dicembre è il mese più importante per le attività commerciali – spiega Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano – e le assenze per influenza e Covid, soprattutto quest’anno, incidono inevitabilmente, con importanti ricadute economiche, su una situazione già complicata, a causa della cronica difficoltà nella ricerca di personale". Da un’indagine a campione su negozi non alimentari, ristorazione, pubblici esercizi, hotel e automotive emerge come la percentuale media di lavoratori non presenti a causa di influenza e Covid sia anche superiore alla media statistica del 10%. Nel corso dell’intero 2022 gli assenti dal lavoro per Covid sono stati il 12%. E solo in parte (62%) le imprese hanno potuto sopperire alle assenze con personale aggiuntivo o in sostituzione. Una difficoltà che accomuna anche altri settori.

Nelle settimane che vanno dal 17 ottobre al 4 dicembre il totale degli ammalati, fra Covid e influenza, è di circa 4.922.000 persone in Italia, 951mila in Lombardia e 298mila a Milano. Di questi l’incidenza della fascia 15-64 anni (l’età lavorativa) è del 48% in Lombardia e del 47% in Italia. Ne risultano 2.314.000 lavoratori ammalati in Italia 456mila in Lombardia e 143mila a Milano (107.487 solo nel terziario). "Dal nostro osservatorio riscontriamo ancora difficoltà nel trovare personale, soprattutto nelle “medie mansioni“ – spiega Maurizio Del Conte, presidente di Afol Met, a capo dei centri per l’impiego della Città metropolitana – e le aziende più lungimiranti, nella Gdo o nella logistica, si stanno muovendo in anticipo chiedendo una quota di personale già formato da assumere nei prossimi mesi, dandoci quindi il tempo per costruire un percorso. I giovani che frequentano i nostri corsi di formazione professionale ricevono offerte di lavoro ancora prima di completare il ciclo, le aziende se li contendono. In questo momento si avverte ancora l’onda lunga della ripresa – conclude – ma ci sono diversi segnali allarmanti, come ad esempio il calo dei contratti a termine, che fanno prevedere un 2023 segnato da un rallentamento dell’occupazione".

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