
Sara Resta e Carlos Mercedes non si abbracciano da mesi
Pregnana Milanese (Milano), 9 novembre 2020 - Sono tante le coppie binazionali non sposate, separate da mesi a causa della pandemia. Sara Resta e Carlos Mercedes sono divisi da mesi fra Italia e America Centrale. Lei, 28 anni, impiegata vive a Pregnana Milanese. Lui, 42 anni, imprenditore nel settore edile vive nella Repubblica Dominicana, da marzo non possono vedersi. L’Unione europea ha invitato gli Stati membri a velocizzare i ricongiungimenti "ma le risposte non arrivano". I progetti di vita sospesi dal Covid? "Sette mesi senza potersi vedere sono tanti per noi abituati a stare lontani per due, tre mesi. Abbiamo una relazione da due anni, non ci siamo ancora sposati, ma ci auguriamo di poterlo fare". Come accorciate la distanza? "Sentirsi non basta, ci videochiamiamo facendo i conti con il fuso orario e non è semplice. Quando per me è ora di andare a dormire, lui sta ancora lavorando. Tentiamo così di mantenerci vicini, non abbiamo altro". Molte coppie come voi... "Siamo tanti, abbiamo creato un gruppo e stiamo ripetutamente cercando di farci ascoltare. Abbiamo tentato in ogni maniera di avere un contatto con il presidente Conte, il ministro Speranza e il suo vice Sileri per dire loro che il problema delle coppie binazionali non è risolto. Sono tanti, troppi mesi che le famiglie, le coppie sono separate". Soluzioni? "Il governo italiano ha già giustamente aiutato le coppie binazionali con partner negli Usa e in India ad esempio, introducendo questi paesi in elenco E. Se i partner provenienti da paesi E possono entrare in Italia con obbligo di isolamento fiduciario, si dovrebbe dare la stessa possibilità a quelli provenienti da paesi in elenco F (considerati maggiormente esposti al rischio contagio), disponibili a entrare in Italia con un tampone negativo effettuato a loro spese entro 72 ore prima delle partenza oltre ai 14 giorni di isolamento fiduciario". Alcuni aggirano il sistema... "Senza provvedimenti si rischia, infatti, di alimentare soluzioni fuori controllo". Un esempio? "Nel decreto non si fa riferimento alla cittadinanza della persona, ma si fa riferimento al luogo dove sono stati trascorsi gli ultimi 14 giorni, così molte persone risolvono la questione passando, per fare un esempio, dalla Croazia. Trascorsi lì 14 giorni poi possono entrare in Italia. Basterebbe, invece, adottare i giusti protocolli per garantire il ricongiungimento in sicurezza a tutti". Qual è lo stato d’animo ora? "Cresce la rabbia e il senso di impotenza di fronte a un sistema che non riconosce i diritti di coppie come la nostra, anzi le discrimina. Fa rabbia che in un mondo globalizzato i legami a distanza non siano tutelati".