SIMONA BALLATORE
Cronaca

Così facciamo luce sulle polveri in Artico

La Statale in missione nella stazione “Dirigibile Italia“ del Cnr

di Simona Ballatore

"Il clima è primaverile, siamo intorno ai -10-15 gradi centigradi: tra pochi giorni il sole non tramonterà più. Ci sono dei colori stupendi: montagne che si accendono di rosso, l’azzurro del mare e del cielo in contrasto con le montagne innevate". A rispondere in diretta dall’Artide e da Ny Alesund - l’avamposto abitato più settentrionale del Pianeta, a quasi 79 gradi di latitudine a Nord della Norvegia e a mille chilometri dal Polo - è Marco Potenza, professore del dipartimento di Fisica Aldo Pontremoli della Statale di Milano. È al timone della spedizione, nonché inventore della strumentazione - realizzata in collaborazione anche col laboratorio Eurocold della Bicocca - che sono andati a installare lì, in quella terra abitata da duemila anime (solo temporaneamente, non possono restare tutta la vita) e da tremila orsi bianchi (al punto che vige l’obbligo di girare con fucile al seguito per sicurezza, sperando di non usarlo mai) . "Qui si trova la stazione Artica “Dirigibile Italia” del Cnr che ci ospita, e che è stata fondata 25 anni fa per svolgere importanti studi, insieme a una quindicina di stazioni di altri Paesi, che condividono spazi e infrastrutture di ricerche", spiega Potenza.

C’è chi studia il cambiamento climatico, fronte atmosfera, ghiacciai e mare, chi i movimenti millimetrici della crosta terrestre, giorno per giorno, per capire poi la posizione dei satelliti in orbita. Potenza è al lavoro col dottorando della Statale Luca Teruzzi e col tecnico del laboratorio Eurocold, Claudio Artoni, nella stazione che prende il nome dal dirigibile del Generale Nobile, con cui nel 1928 sorvolò per la seconda volta il Polo Nord prima di finire distrutto non lontano dalle Svalbard: tra i dispersi, storia vuole, vi era il fisico Aldo Pontremoli, fondatore del dipartimento della Statale. "Siamo qui per misurare atmosfera e neve con questo strumento – racconta Potenza –: un’unità illumina con un laser le polveri sottili per capire come si comportano, come agiscono sul bilancio energetico del pianeta, se riflettono e lo raffreddano o se, al contrario, assorbono la luce, scaldandolo". L’ipotesi è che le polveri siano responsabili del maggiore riscaldamento globale che si riscontra in Artico. Tra un anno - confrontando la mole di dati, precisi al millisecondo - si potranno tirare le fila. Lo stesso strumento, basato sulla metodologia innovativa chiamata “Spes“ (sviluppata tutta a Milano), tre anni fa è stato posizionato da Potenza in Antartide, nella base Concordia: presto mostrerà i primi risultati. C’è stata la pandemia in mezzo, a rallentare e interrompere anche le spedizioni. "Oggi siamo qui in tantissimi, tanto è il desiderio e la necessità di recuperare", conferma lo scienziato senza nascondere un’altra sfida: "Mi piacerebbe cominciare a formare persone pronte a questo tipo di spedizioni".