Si.Ba.
Cronaca

"Così abbiamo ridato lavoro a 500 persone. E ci riproviamo con 759". Il progetto della Caritas Ambrosiana

Il Fondo favorisce il ricollocamento di persone con fragilità e criticità occupazionali, in particolare attraverso lo strumento del tirocinio

"Così abbiamo ridato lavoro a 500 persone. E ci riproviamo con 759"

Sono 1.061 le persone che sono state inserite nel percorso di orientamento, di tirocinio e formazione promosso con il “Fondo Diamo Lavoro“ sviluppato dalla diocesi di Milano: per 118 l’esperienza è ancora in corso, per altre 759 comincerà a breve. Alla vigilia del primo maggio stila un primo bilancio Caritas Ambrosiana, che gestisce il progetto tramite il servizio Siloe e la Fondazione San Carlo: "Il 48,1%, ovvero 454 persone, è giunto al più elevato dei traguardi possibili, l’aver trovato un lavoro. Soprattutto in tre settori: servizi alle imprese (18,3%), commercio (14,5%) e ristorazione (12.1%)". Nonostante il vento di crisi soffi ancora. Il Fondo favorisce il ricollocamento di persone con fragilità e criticità occupazionali, in particolare attraverso lo strumento del tirocinio, attivato al momento (senza oneri) da 1.518 aziende e con un’indennità di partecipazione per la persona, grazie a donatori.

A fine 2022, le risorse economiche mobilitate avevano raggiunto i 4 milioni e 195mila euro, parte dei 34 milioni complessivi raccolti dal Fondo Famiglia Lavoro dal 2008 e dal Fondo San Giuseppe dal 2020, che hanno aiutato in tutto 14.246 persone disoccupate. "Il sistema che alimenta il Fondo Diamo Lavoro è capillarmente radicato nel territorio diocesano – sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Ascolto, selezione e invio dei candidati avvengono a cura di 62 centri d’ascolto, che indirizzano al Siloe le persone di cui, in molti casi, seguono l’accompagnamento sociale anche sotto altri profili, secondo una logica di presa in carico integrale delle persone in difficoltà, che punta a essere attivante: l’immissione diretta nei tirocini risponde a questa logica". "Fondamentale, sull’altro versante, è anche la capillarità della diffusione delle aziende - aggiunge Gualzetti –, senza le quali non potremmo sviluppare tante opportunità di ingresso o reingresso nel mercato del lavoro".