La movida pericolosa di corso Como: tra pusher e rapinatori senza scrupoli

I controlli della polizia. I locali si alleano con gli agenti: "Mandateli via"

Giovani  e meno giovani che frequentano  i locali  della zona sono spesso presi  di mira  Solo  nello scorso fine settimana le rapine  sono state cinque

Giovani e meno giovani che frequentano i locali della zona sono spesso presi di mira Solo nello scorso fine settimana le rapine sono state cinque

Milano, 29 genanio 2017 - Tre inglesi urlano a squarciagola. «Questi sono già belli carichi...», sorride il buttafuori con la faccia di chi ne ha viste tante. Camicia aperta sul petto e giubbotto ripiegato tra le mani, sembrano non patire il freddo. Passano tre ventenni: tacco 12, minigonne striminzite e tavolo prenotato. Sono le 2 di sabato notte, corso Como inizia ad animarsi. Decine di ragazzi sciamano verso le discoteche della zona, all’ombra del modernissimo skyline di Porta Nuova. E sono gli stessi ragazzi che ritroveremo alle 5 del mattino, alticci anziché no e malfermi sulle gambe. Prede facili per le bande di rapinatori che da qualche tempo hanno preso a fare 3-4 colpi a serata: si piazzano davanti all’uscita e con una scusa qualunque o un finto abbraccio li derubano di cellulare e portafogli; solo nel weekend scorso, si sono contati 5 episodi nel giro di 24 ore. «Una situazione intollerabile: tutti hanno diritto di divertirsi senza rischiare di essere aggrediti», riflette il funzionario Alessandro Chiesa. Lui e la sua squadra di agenti del commissariato Garibaldi-Venezia – guidato dal dirigente Massimo Cataldi – ce la stanno mettendo tutta per risolvere il problema: i servizi sono settimanali, quel dedalo di stradine che ruota attorno al tempio della movida viene battuto centimetro per centimetro.

Conoscono a memoria angoli e nascondigli. Mappano giorno dopo giorno imboschi della droga e movimenti strani. Con loro ci sono i colleghi del Reparto Mobile, pronti a intervenire in caso di necessità: meglio non rischiare da queste parti, spesso i balordi si spostano in branco. «Ne ho visti un paio...», sussurra all’orecchio un addetto alla sicurezza. Già, sono proprio loro, i dipendenti dei locali, i primi a farsi avanti per dare una mano ai ragazzi in borghese di via Schiaparelli: «Aiutateci a mandarli via: stiamo perdendo la clientela, ormai la gente ha sempre più paura a venire qui». Gli spacciatori se ne stanno acquattati dalle parti dei giardini intitolati alla giornalista russa Anna Politkovskaja: ci sono mille anfratti dove far sparire alla bisogna hashish e cocaina, così come dalle parti della buia via Bonnet. Ognuno ha il suo posto. Gli scippatori, di solito, si posizionano sul muretto davanti al Tocqueville, lì dove i giovani si siedono a fumare una sigaretta o a sorseggiare un cocktail: qualche giorno fa, due nordafricani hanno distratto una ragazza con pacche sulle spalle e frasi di circostanza, mentre un complice, posizionato sulla rampa che conduce ai sotterranei, le sfilava smartphone e soldi dalla borsetta. Altre volte non sono così «gentili»: una ragazza ci ha rimesso due denti, un altro è stato preso a calci e pugni. «L’ho riconosciuto, quello è il tizio che ha “fatto” la collanina a una l’altra sera...», la soffiata delle 3. Se ne sta dietro un’aiuola di via Capelli, la mini promenade che porta in piazza Gae Aulenti: «Documenti», parte il controllo. «Non ho fatto niente, volevo andare al LoolaPaloosa ma mi hanno lasciato fuori».

Difficile entrare se nel portafogli non hai neppure un euro. La dritta è giusta, almeno per quanto riguarda il profilo da delinquente abituale: dal fotosegnalamento viene fuori che si tratta di un marocchino di 20 anni con due pagine di precedenti penali (rapine su tutti) e un’altra di controlli di polizia e carabinieri in provincia di Novara. Particolare che porta gli investigatori a un’ulteriore riflessione: cosa ci fa a Milano uno che viene fermato un giorno sì e l’altro pure a 50 chilometri da qui? E viene il sospetto che il venerdì e il sabato si diano tutti appuntamento in corso Como per fare serata a modo loro: cioè rovinando quella degli altri. Alle 4 gli accompagnati in Questura salgono a dodici (che si aggiungono ai diciotto di venerdì scorso): quattro marocchini (già noti per reati contro il patrimonio), un siriano, tre cingalesi, due senegalesi, un ghanese e un guineano; otto sono pregiudicati. Facce, queste ultime, da inserire in un database che si sta facendo sempre più corposo (più di 100 le foto): sarebbero 30-35 i rapinatori che gravitano nell’area, divisi in gruppetti che comunicano tra loro e danno l’allarme quando vedono arrivare la polizia. Molti di loro ieri notte hanno girato alla larga, non a caso. Compreso un insospettabile, abito e scarpe firmati, che si muove con altri due su una berlina bianca. Ormai è l’alba, e in corso Como non ci sono state rapine. Gran bel risultato, visti i precedenti. Sperando che la serie si sia allungata nella notte appena passata.

nicola.palma@ilgiorno.net

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