Corruzione sul Grugnotorto "Prezzo d’acquisto inadeguato"

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Consulenti urbanistici di accusa e difesa a confronto al processo con rito abbreviato al Tribunale di Monza per la presunta corruzione sulle aree del parco del Grugnotorto. Un’accusa per cui è già stato rinviato a giudizio l’immobiliarista Paolo Cipelletti, mentre ora sono alla sbarra l’ex sindaca Pd Siria Trezzi, il marito Roberto Imberti (operatore immobiliare già vicesindaco), l’ex assessore ai Lavori pubblici Pd Ivano Ruffa e l’ex capogruppo e segretario Pd Franco Marsiglia.

Contestati presunti illeciti vantaggi a Cipelletti dalle scelte dell’amministrazione comunale tra 2013 e 2016, ma sotto la lente dei pm monzesi Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio sono finiti 10 anni di atti pubblici riguardanti l’area Ovocoltura e indirettamente il progetto di raddoppio delle volumetrie dell’ex Auchan che ha fornito al Comune oneri per 16 milioni, con cui la sindaca Pd aveva programmato di acquisire aree del parco, proprietà di Cipelletti, e renderlo pubblico. Per i consulenti della Procura il valore di 27 euro a metro quadrato definito dal Comune è stato inadeguato: 17 euro la valutazione dell’Agenzia delle Entrate. "Voi state regalando soldi. Perché le comprate, perché le pagate quel prezzo?", diceva una funzionaria dell’ente ai rappresentanti del Comune intercettati dalla Finanza.

Secondo i consulenti della difesa di Trezzi e Imberti (nella foto), rappresentati dagli avvocati Vinicio Nardo e Giacomo Lunghini, l’iter adottato dall’ex sindaca è stato corretto. "Nessun favore, il mio sogno era donare un polmone verde alla città", sostiene Trezzi. Per Cipelletti, il "vero sindaco" era il marito, sul cui conto emergono conversazioni su contanti da “piazzare“, anche attraverso i genitori. "Mia mamma va all’Esselunga, ma non paga con quelli, perché sennò non mette su i punti", dice Imberti alla moglie. In aula il 21 febbraio.Stefania Totaro

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