Milano – Per il plexiglass e i vetri nel pane distribuito nelle mense scolastiche milanesi l’indagine è ancora in corso. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo con un’ipotesi di reato: "Commercio di sostanze alimentari nocive".
Ma dal 28 febbraio in avanti di "corpi estranei" ne sono spuntati a catena e il chiodo recuperato ieri da una bimba nell’insalata di patate nella primaria di via Ariberto è solo l’ultimo della serie. "Abbiamo avuto segnalazioni per una lametta nella crescenza, un fermacapelli nel purè, un pezzo di plastica in una frittata e un altro in un pezzo di formaggio": lo rivela la vicesindaco e assessore all’Educazione Anna Scavuzzo in una lettera indirizzata alla coordinatrice e ai componenti della Rappresentanza cittadina dei commissari mensa. Tutti oggetti "inseriti successivamente alla fase di somministrazione". E molto sospetti.
Il ripetersi di ritrovamenti inquietanti proprio nel momento della bufera e di massima attenzione per i riflettori (e gli occhi dei genitori) puntati, poco si spiegava con incidenti nella catena di controllo e continui “errori“, umani o meno. Mentre l’ultimo chiodo innestava nuove polemiche politiche, richieste di maggiori controlli e dimissioni, è arrivata la missiva della vicesindaco con la risoluzione di molti misteri (ancora non tutti). Ci sarebbe lo zampino di alcuni bambini, tutti delle elementari e, quindi con un’età tra i 6 e gli 11 anni. "Abbiamo verificato tutte le ultime segnalazioni con la stessa scrupolosità di sempre - la premessa di Scavuzzo - e abbiamo appurato essere frutto di scherzi fatti da alunni, che hanno poi confermato questa versione". Gli autori della lametta nella crescenza e della molletta del purè avrebbero confessato, quindi.
Sul chiodo qualche dubbio sul “mandante“ resta, ma anche in questo caso "è stato avviato subito l’iter di accertamento che ha portato a una relazione a seguito di verifiche, sopralluoghi e prove di laboratorio: il chiodo è simile a molti altri presenti nella scuola, ed è stato anch’esso inserito nei pezzetti di patata successivamente alla fase di somministrazione, in un modo che non risulta compatibile con l’accidentale caduta di tale oggetto nell’insalata". La vicesindaco non fa "volutamente riferimento alle scuole in cui sono accaduti i misfatti, "perché l’obiettivo non è scaricare la responsabilità su alcuno, ma al contrario condividere l’impegno a riportare serenità e sicurezza nelle nostre mense, richiamando tutti a una maggiore attenzione per il cibo". Di qui la promessa: "Stiamo lavorando per migliorare la cura nella preparazione e somministrazione delle pietanze, allo stesso tempo vorremmo condividere un impegno importante anche con i più piccoli: perché anche un banale scherzo può essere rischioso per sé e per gli altri, e il pasto è invece un momento da vivere senza alcuna apprensione".
In queste settimane non sono mancate pure segnalazioni frutto di psicosi, poi smentite, e altri “corpi estranei“ intercettati. Lunedì in una frittata servita agli alunni di via San Mamete è finito del polistirolo. "Non è la prima volta – spiega la preside Antonella Caleffi –: già in passato si era verificato per tre/quattro volte che nel trasporto dal centro cottura alla scuola si sgretolasse il polistirolo dei contenitori termici utilizzati. Ogni volta è stata aperta la pratica di non conformità. Finalmente hanno sostituito i contenitori". Ma, nonostante il materiale nuovo, lunedì è ricapitato. "All’alunno coinvolto è stato servito un piatto alternativo, come si fa in questi casi. La docente referente ha aperto la pratica con la segnalazione del corpo estraneo. Certo non è grave come il vetro ritrovato in altre scuole, ma potrebbero essere adottati materiali alternativi. Servirebbero più controlli e più personale".
Sul caso interviene anche il capogruppo di FI in Comune Alessandro De Chirico: "La situazione è sfuggita di mano. Dopo Pasqua è necessario che la commissione Enti partecipati, in capo alla minoranza di Palazzo Marino, convochi una seduta. Le famiglie devono sapere cosa sta succedendo". Anche perché non sono attribuibili né ai bimbi né a ipotetici ‘incidenti’ di percorso i vetri spuntati in michette e focacce a fine febbraio e inizio marzo: "Sono di tutt’altra natura – conferma la vicesindaco Scavuzzo alle famiglie – e sono al vaglio del Nas dei carabinieri; la denuncia presentata da MiRi e le conseguenti indagini hanno portato la Procura ad aprire un fascicolo con l’ipotesi di reato di ‘commercio di sostanze alimentari nocive’ per l’azienda fornitrice del pane e non sta coinvolgendo tra gli indagati Milano Ristorazione".
Nel frattempo non è stata ancora sbloccata la fornitura del pane fresco. Per i bimbi dei nidi c’è un sostituto temporaneo del pan bauletto: un prodotto surgelato a base di farina di grano tenero di tipo 0 proveniente da agricoltura biologica.