
Posa della fibra
Milano, 8 marzo 2020 - Per 969 comuni della Lombardia l’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus si è trasformata in un’emergenza anche tecnologica. È un lungo elenco che scende dalla Valtellina alla Bassa Lombardia. Ci sono paesini di poche centinaia di abitanti circondati dalle montagne e centri numerosi, a due passi dalle grandi città, nella mappa delle località ancora senza infrastrutture digitali per connessioni internet ad alta velocità. Qui manca il requisito necessario per lo smart working, le lezioni scolatiche da remoto o la telemedicina: lavorare fuori sede, da casa, o essere visitati dai medici a distanza non è ancora tecnologicamente possibile. Non c’è la fibra ottica Ftth, acronimo che sta per Fiber to the home (fibra fino a casa). Un cavo che, stando all’Agicom (Garante delle comunicazioni), fa correre i dati a un giga di velocità con connessioni stabili anche con più dispositivi collegati.
La posa della rete, dalle strade alle case, è affidata a Open Fiber, impegnata da due anni in una corsa contro il tempo per ridurre il digital divide in Italia. La società sta intervenendo con due piani paralleli. Come azienda privata nelle aree a successo di mercato, definite nere, che fanno gola alle compagnie telefoniche: sono le 271 principali città italiane (capoluoghi di provincia o grandi centri). In queste zone della Lombardia, sta investendo circa 500 milioni ed è pronta ad aggiungerne altri 35 solo quest’anno per completare gli interventi che in alcuni casi – come a Milano, Monza, Sondrio e Busto Arsizio – sono ultimati. Secondo l’ultimo aggiornamento, 1 milione e 300mila unità immobiliari (su 1,5 per un totale di 697mila chilometri di fibra ottica) sono pronte per essere vendute, contese dai colossi del digitale che si sfidano a colpi di offerte.
L’altra faccia della regione sono le aree bianche, 1.156 comuni poco strategici per i big delle telecomunicazioni, tanto da essere catalogate come “aree a fallimento di mercato”. Qui Open Fiber sta lavorando come concessionario di bando pubblico Infratel Italia (società del Ministero per lo Sviluppo Economico) dopo essersi aggiudicata tre bandi pubblici per la copertura di 7.635 comuni di 20 regioni italiane: in Lombardia è un appalto da 413 milioni di euro. Nei primi due anni, tra ostacoli burocratici e iter spesso complessi per l’avvio degli scavi, sono 452 i comuni dove la società è riuscita ad avviare i lavori: ad oggi il bilancio è di 343 progetti esecutivi di posa della fibra fino a casa per un totale di oltre 500mila unità immobiliari in lavorazione. Dove non è stato possibile, Open Fiber ha trovato un’alternativa più rapida: cantieri con tecnologia Fwa (Fixed Wireless Access con una connessione a banda larga inferiore a 1 giga) che sfrutta le onde radio. Se ne contano 109 avviati. I lavori per la realizzazione dell’infrastruttura in fibra ottica sono conclusi in 80 comuni, ai quali si sommano i 107 progetti Fwa già ultimati.
La commercializzazione dei servizi Ftth è stata avviata in 35 località, per un totale di oltre 77mila unità immobiliari in vendibilità. C’è tempo fino al 2023 per ultimare il piano che assicura anche ai 1.156 comuni lombardi senza autostrade digitali i requisiti per accedere a servizi come lo smart working o la telemedicina. Un maxi-intervento che fa di Open Fiber la terza rete in fibra in Europa dietro a Telefonica e Orange. Ma dopo la fine dell’emergenza Covid.