MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Emergenza Coronavirus: io, dal panificio di famiglia consegno gratis michette

Marco Danelli, 39 anni, in prima linea: "Che emozione quel fiore regalato da un’anziana delle case popolari"

Marco Danelli, 39 anni

Milano, 24 marzo 2020 - A volte basta un fiore, costruito mettendo insieme i pezzi di un sacchetto di plastica, a regalare un sorriso. È questa la sua bellezza: racchiude la fantasia nel riutilizzare materiali, il tempo impiegato, la cura, la gioia nel renderlo dono. Marco Danelli, 39 anni, dello storico Panificio Danelli di piazza Gobetti, quartiere Lambrate, lo ha raccolto commosso, sabato, "dallo spiraglio di una porta. È uscita la solita manina con il guantino per lavare i piatti. ‘Tieni, questo è per te’. L’ho guardato stupito, ho ringraziato, ho sorriso. Lei di sicuro lo ha intuito". Una gioia in queste giornate difficili durante le quali Danelli consegna pane a domicilio con un aiutante: 40-50 tappe in poche ore. "Andiamo in giro con furgone e auto – racconta – per le case di Lambrate, Città Studi, Feltre, via Palmanova, a recapitare il pane alle famiglie che lo ordinano". Danelli, programmatore musicale, dà una mano nella panetteria aperta nel 1963. "Mio fratello Daniele, 49 anni – spiega – è responsabile del panificio, affiancato da quattro commesse e altrettanti operai. Viviamo anche noi un periodo complicato: i nostri genitori Mario e Anna sono fuori Milano con i figli di Daniele. Come tante altre famiglie, siamo distanti. Non vediamo l’ora di riabbracciarci". E il lavoro va avanti.

ll forno resta aperto accogliendo i clienti. Ma c’è chi da casa non può muoversi, così è partita la consegna a domicilio gratuita. "Le coppie giovani aprono la porta sorridenti, dietro scorgo i figlioletti che passano curiosi a sbirciare l’intruso con mascherina, guanti e tuta. I più anziani reagiscono in modo diverso". Ciascuna ha un rituale. "Ad una il pane lo lascio al piano di sotto, a un’altra sullo zerbino, gridando quando me ne sono andato. Una mi ha allungato i soldi su un mestolo per il minestrone. Spesso mani e braccia che escono da fessure, voci senza volto". Combattute tra paura e gioia di vedere un essere umano. Sabato "mi ha colpito" un’anziana delle case popolari di viale Argonne, sugli 80 anni, "dai modi spicci. Mi sono fermato a tre metri dalla porta. Lei mi ha aperto uno spiraglio ed è andata a prendere i soldi. Me li ha lasciati cadere sulla mano da un’altezza di 40 centimetri. Ero sulle scale quando mi ha richiamato. È uscita la solita manina". Con il fiore. Poi la decisione, sofferta. "Quel dono avrebbe potuto essere infetto. Ho una responsabilità. Ho posato il fiore dentro il birillo di un cantiere, in vista. Gesto per testimoniare che anche in queste case serrate, di questa via morta e scorticata, la vita continua, nei suoi piccoli piaceri".