NICOLA PALMA
Cronaca

Coronavirus, all'ospedale di Baggio già curati 89 pazienti

Nella struttura dell’Esercito sono attualmente ricoverate 30 persone: "Lavoriamo a pieno regime". Altri 15 malati in lista d’attesa

Milano, 24 aprile 2020 - Si lavora a pieno regime all’ospedale militare di Baggio: attualmente sono 30 (il massimo possibile) le persone ricoverate nella struttura Covid ricavata a tempo di record nell’ex caserma Annibaldi di via Saint Bon. Dall’inizio dell’emergenza, apprende il Giorno , sono stati curati complessivamente 89 pazienti. Si tratta di positivi al coronavirus che sono stati ricoverati negli ospedali civili per circa una settimana e che, non avendo mostrato sintomi tanto severi da richiedere né la ventilazione assistita né passaggi in Terapia intensiva (pur essendo tutti affetti da polmonite), sono stati successivamente trasferiti a Baggio; gli altri pazienti sono militari contagiati, che vengono curati direttamente in via Saint Bon se non sono così gravi da necessitare di un trasferimento in ospedale.

Nella fase più critica della pandemia, a metà marzo, l’ospedale militare – messo a disposizione sin dai primi giorni dell’emergenza coronavirus dal Ministero della Difesa insieme a una struttura del Comando Aeroporto di Linate dell’Aeronautica – si è rivelato un’importante valvola di sfogo per alleggerire la pressione sui centri clinici della città, in particolare sul Sacco. Tuttavia, pure in questi giorni in cui la curva dei contagi si sta finalmente appiattendo, via Saint Bon rimane sold out, con 15 persone in lista d’attesa. Il turnover è legato anche alla velocità con cui i laboratori autorizzati processano i tamponi per accertare la “negativizzazione“ del paziente (ne servono due in ventiquattr’ore per dare il via libera alle dimissioni): non appena un ospite viene dichiarato guarito, ne arriva subito un altro.

L’ala Covid del complesso è stata sistemata in meno di una settimana, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, con stanze singole dotate di bagno, per ricreare un ambiente il più possibile confortevole. Per rendere il reparto un’area di biocontenimento, aveva spiegato al Giorno il 3 marzo scorso il colonnello Piero Salvatori, infettivologo, "abbiamo applicato le normative internazionali, creando due aree ben separate tra quella “contaminata“ e quella definita “pulita“: gli operatori sanitari entrano con tutti i dispositivi di protezione individuale, in modo da preservare la sicurezza loro e dell’ambiente circostante". Nell’ultimo periodo, l’ospedale di Baggio ha stretto anche una convenzione con il Sacco per avere accesso ad alcuni esami diagnostici particolarmente importanti, come ad esempio la Tac polmonare; e due tecnici di laboratorio sono stati messi a disposizione del centro di Roserio specializzato in malattie infettive per dare manforte ai colleghi civili, ormai in trincea da due mesi. 

Il prossimo obiettivo : dotarsi della macchina per effettuare e analizzare i tamponi naso-faringei per il coronavirus, così da accelerare ulteriormente i tempi di dimissione dei pazienti ormai guariti e di conseguenza l’arrivo di altre persone dagli ospedali.