Coronavirus, il sogno delle mascherine "made in Lombardia"

La Regione studia una filiera locale con il Politecnico e alcune imprese. L’assessore Caparini: l’obiettivo è arrivare a produrne circa 300mila al giorno

Con il diffondersi dell’epidemia da covid-19 le mascherine sono diventate introvabili

Con il diffondersi dell’epidemia da covid-19 le mascherine sono diventate introvabili

Milano, 15 marzo 2020 - Parte la caccia alle mascherine “made in Lombardia”. Ieri l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha sventolato davanti alle telecamere una delle 200mila mascherine appena consegnate dalla protezione civile agli ospedali lombardi. Mascherine "non omologate", poi definite dallo stesso Gallera "carta igienica". Anche per questo motivo la Regione ha deciso di contattare aziende del territorio che trattano per altri scopi la materia prima necessaria alla loro realizzazione, il tessuto non tessuto, e dunque ne possiedono delle scorte nei magazzini.

L’ipotesi di base è quella di riconvertire le produzioni in mascherine. Il Politecnico di Milano ha già dato disponibilità a effettuare i test sul materiale e avrebbe la supervisione sul progetto di produzione della filiera “made in Lombardia“, alla quale serve anche un disciplinare. Cinque o sei aziende lombarde hanno risposto con un "sì" di massima al progetto e sarebbero in possesso di tutti i requisiti necessari. Spetterà poi al Politecnico il compito di validare il prodotto finale.

«L’obiettivo è quello di arrivare a una produzione di circa 300mila mascherine al giorno per gli ospedali e le cliniche della Lombardia" - ha spiegato l’assessore regionale al Bilancio, Davide Caparini. Di recente, quando ancora solo Codogno e altri nove Comuni della Bassa Lodigiana erano "zona rossa", Caparini aveva spiegato che "in situazioni non emergenziali servono 150mila mascherine chirurgiche all’anno. Oggi ne servono 150mila al giorno".

Caparini ha poi specificato che Regione Lombardia "ha indetto gare per oltre 21 milioni di mascherine e che finora ne sono state consegnate 1 milione e 800mila". "Ci rendiamo conto che devono essere reperibili. Lavoriamo perché siano disponibili in farmacia e nei supermercati". E non si parla certo delle mascherine consegnate in questi giorni: "Quelle non sono un presidio ospedaliero, non hanno certificazioni e vengono consigliate per l’uso in aereo, in auto, in treno e nei posti affollati" - ha aggiunto l’assessore. "Le pubblicizzano affermando che filtrano il 98% dei batteri ma nessuno certifica questa affermazione, e le si trova nei negozi di casalinghi a 2.95 euro il pacco".

A questo proposito il ministero della Salute ha già inviato una nota a Regione Lombardia con le caratteristiche che devono possedere le mascherine mediche per essere efficaci contro l’epidemia da covid-19. Nel dettaglio devono "corrispondere contemporaneamente alle norme UNI EN ISO 14683, UNI EN ISO 10993 ed essere prodotte da imprese che abbiano un sistema di qualità".

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