Coronavirus, di giorno manager della Formula. E volontario di notte alla Croce Viola

Mario Isola, responsabile Pirelli, combatte la sua battaglia contro il Covid-19 a bordo di un’autoambulanza

Mario Isola è manager della Pirelli

Mario Isola è manager della Pirelli

Milano, 6 aprile 2020 -  Il boss della Formula 1 con un cuore d’oro. Mario Isola, head of F1 and Car Racing per la Pirelli, da diversi anni affianca un’altra vita “notturna“: quella da volontario sulle autoambulanze della Croce Viola. Un impegno, al servizio degli altri, che non è venuto meno neppure in seguito alla minaccia del coronavirus. Lo ha raccontato lo stesso racing manager in un’intervista a The Sun: "Come volontari del soccorso sappiamo che dobbiamo essere pronti a prenderci dei rischi. Puoi avere a che fare con una persona aggressiva e quando guidi un’autoambulanza per una missione urgente sai che puoi avere un incidente. Il fatto è che ora, ogni volta che la radio gracchia, sei in pericolo. Ma fai il tuo dovere perché lo devi fare".

Isola, che ha cinquant’anni, ha rivelato al tabloid inglese di aver avuto delle discussioni con la fidanzata Isabella per la sua decisione di non interrompere la sua attività di volontario nonostante il rischio di contagio: "Non è ovviamente felice di questa situazione" ha detto il manager. "Tutte le volte che presto servizio c’è un rischio lontano dallo zero".

Isola presta soccorso da quando aveva 18 anni e ha spiegato alla testata inglese di aver passato due settimane in autoisolamento dopo essere tornato da Melbourne, dove il Gran Premio di Australia, prima prova del Mondiale 2020, è stato cancellato per il coronavirus. Non ha mai smesso di lavorare in smart working per la Pirelli e da recluso ha continuato a fare il volontariato rispondendo alle chiamate alla centrale di emergenza.

Quando però c’è stata la possibilità di tornare a coprire il turno notturno non si è tirato indietro, coprendo la fascia dalle 19 alle 5 del mattino, incluso stanotte. «Ho parlato con molti dei miei colleghi, siamo una comunità e abbiamo una chat. Condividiamo assieme ciò che accade. La parte più difficile del lavoro ora è che non è possibile portare nessun parente in ambulanza. Di solito, prendi qualcuno della famiglia che è disponibile a venire perché è importante avere quel supporto per il paziente. Ma ora è vietato caricare persone diverse dagli operatori. A volte il paziente è in gravi condizioni e dobbiamo chiedere scusa ai loro cari. Si rendono conto che potrebbe essere l’ultima volta che vedono vivo il loro familiare. Spieghiamo che dobbiamo seguire le procedure ma è davvero difficile" haspiegato al giornalista Ben Hunt.

Mario Isola nel 2004 ha pure messo a punto un programma per la guida in ambulanza. Da allora ha formato 7mila volontari e 150 istruttori in tutta la Lombardia. Fa parte di un team di 150 volontari che non solo presta servizio sulle ambulanze ma offre la consegna gratuita dei medicinali a domicilio. La Croce Viola Milano ha appena lanciato una campagna di raccolta fondi per le sue numerose iniziative "nella lotta al Covid-19".  

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