Coronavirus, "Laurea senza abbracci, ora la trincea in corsia"

Jacopo Almici, “anticipatario” in Infermieristica per dare subito una mano ai reparti sotto pressione per i troppi pazienti da curare

Jacopo Almici, 26 anni si è laureato all’Università Cattolica

Jacopo Almici, 26 anni si è laureato all’Università Cattolica

Milano, 14 marzo 2020 - Anche la Cattolica risponde alla chiamata di Regione Lombardia. L’11 marzo all’istituto ospedaliero Fondazione Poliambulanza di Brescia 13 giovani studenti si sono laureati a distanza in Infermieristica prima del previsto per andare a occuparsi del coronavirus. Tra questi il 26enne Jacopo Almici, laureatosi con 104, portando come elaborato una tesi che identifica i principali trattamenti non farmacologici applicati ai sintomi neuropsicologici del paziente affetto da disturbo neurocognitivo maggiore. Nessun dubbio per lui: "Sono pronto a lanciarmi in corsia per dare una mano, a casa mi annoio, mi manca il reparto – spiega –. Una volta che sei dentro e inizi con i tirocini se ti trovi bene poi ci vuoi subito tornare". Il rettore Franco Anelli tramite una lettera ha fatto sentire la sua vicinanza ai giovani infermieri: "Le congratulazioni sono giuste e meritate come per tutti coloro che hanno portato a compimento un percorso di studi impegnativo, ma l’impulso a scrivervi nasce da un sentimento assai diverso, di ammirazione e riconoscenza per quanto vi apprestate a fare per tutti noi. Vi abbiamo fatto laureare accelerando i tempi, per potervi schierare rapidamente contro il virus che dilaga nelle nostre città. Sarete chiamati a un impegno arduo, intenso, e potenzialmente rischioso, ma decisivo nella cura di tanti malati, come riconoscono unanimi i responsabili delle terapie intensive sotto pressione ormai da settimane. Ci sono momenti nei quali una comunità, o un’intera nazione, hanno bisogno di qualcuno".

Jacopo Almici è sicuro della scelta che ha fatto: "Ci hanno preparato molto bene, il tirocinio è stato indispensabile perché siamo stati sul campo in media in due o tre reparti all’anno, per circa 700 ore di esperienza totale anche di notte". Non ha paura e ci tiene a chiarirlo: "Non temo per la mia salute – ripete – mi preoccupa però di poter trasmettere io stesso il virus a chi mi è attorno". Gli esami di laurea non sono stati accompagnati da nessuna festa né stretta di mano, ma l’emozione non è mancata. "No, non mi sento un eroe – racconta Almici –. Ho semplicemente scelto come tutti di fare un lavoro" e alla domanda se si sente pronto ad andare in prima linea contro il virus, risponde chiaramente: "Bisogna esserlo. Sicuramente all’inizio dovremo essere affiancanti non tanto per la mancanza di preparazione ma perché dovremo orientarci in un nuovo reparto. Il problema sarà quello. Siamo formati per aiutare, è il nostro ambito". Per tutti i neolaureati in infermieristica ora è stata riservata un’iscrizione rapida all’ordine professionale per non allungare i tempi e portare subito i giovani in corsia. Jacopo Almici non si aspettava la lettera del rettore: "La cosa che mi fa ancora più piacere è che venga riposta così tanta fiducia nei neolaureati" e lancia anche un appello: "Ascoltate e leggete solo fonti attendibili. Non date retta a notizie lette sui social network e restate a casa".  

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