Coronavirus, da Regione Lombardia istanza contro lo stop del Tar su consegne a domicilio

Ieri era arrivato il 'sì' ai sindacati per la sola vendita dei beni essenziali

Un rider per le vie di Milano

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Milano, 24 aprile 2020 - La Regione Lombardia "continua a ritenere utile e necessario consentire la consegna a domicilio per dare la possibilità ai cittadini di superare alcune delle difficoltà emerse in questo periodo di restrizioni". Lo si legge in una nota dell'amministrazione regionale nella quale si annuncia "la presentazione di istanza di revoca del decreto del presidente del Tar con il quale è stata disposta la sospensione parziale dell'ordinanza n.528 del 11 aprile 2020 di Regione Lombardia nella parte in cui consente la consegna a domicilio da parte degli operatori commerciali al dettaglio".

ll provvedimento era stato subito impugnato dalle sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil, che avevano chiesto al Tar "l’immediata interruzione delle attività di e-commerce che le ordinanze di Regione Lombardia avevano nei fatti deregolamentato e reso libere, in contrasto con i decreti del governo, con i quali si sono limitate una serie di attività produttive per contenere la diffusione del virus".

E ieri è arrivata la risposta, provvisoria, dei giudici: "L’ordinanza, disattendendo i propositi enunciati ( di tutela della salute, ndr ) e ponendosi in contrasto con la normativa emergenziale contenuta nel decreto legge (il numero 19 del 2020, ndr ) e nel dpcm ( del 10 aprile, ndr ), ha ampliato, anziché restringere, le attività consentite, autorizzando il commercio al dettaglio di tutte le merci, a fronte di un dpcm che limitava il commercio solo a precisate categorie merceologiche ritenute essenziali o strategiche". Con queste premesse, i giudici hanno deciso di accogliere l’istanza cautelare e sospendere quella parte di ordinanza, "ritenuta la sussistenza dei presupposti dell’estrema gravità e urgenza, incidendo la misura regionale sul diritto alla salute dei lavoratori rappresentati dalle organizzazioni sindacali ricorrenti". Di conseguenza , da oggi, e almeno fino al 13 maggio, farà fede l’elenco delle categorie merceologiche inserite dal Governo nell’allegato 1 del decreto del 10 aprile.

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