E-commerce, il Tar boccia la Regione

Stop all’ordinanza dell’11 aprile. I giudici: "Il provvedimento incide sul diritto alla salute dei lavoratori"

I rider protagonisti delle consegne a domicilio che non hanno conosciuto tregua con il loc

I rider protagonisti delle consegne a domicilio che non hanno conosciuto tregua con il loc

Milano, 24 aprile 2020 - Il Tar riallinea“ la Regione alle direttive del Governo su e-commerce e consegne a domicilio. Ieri il collegio di giudici amministrativi presieduto da Domenico Giordano ha sospeso la parte dell’ordinanza, varata l’11 aprile scorso da Palazzo Lombardia, che allarga la possibilità di vendita a qualsiasi tipo di categoria merceologica, in contrasto con quanto inserito il giorno prima dal Governo nel decreto del 10 aprile. Ecco cosa c’è scritto nell’ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana, alla lettera H dell’articolo 1.2: "È consentita la consegna a domicilio da parte degli operatori commerciali al dettaglio per tutte le categorie merceologiche, anche se non comprese nell’allegato 1 del Dpcm del 10 aprile 2020". Ovviamente, si specifica, "la consegna a domicilio deve avvenire nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto, evitando altresì che al momento della consegna vi siano contatti personali a distanza inferiore a un metro".

ll provvedimento è stato subito impugnato dalle sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil, che hanno chiesto al Tar "l’immediata interruzione delle attività di e-commerce che le ordinanze di Regione Lombardia hanno nei fatti deregolamentato e reso libere, in contrasto con i decreti del governo, con i quali si sono limitate una serie di attività produttive per contenere la diffusione del virus". Ed ecco la risposta, provvisoria, dei giudici: "L’ordinanza, disattendendo i propositi enunciati ( di tutela della salute, ndr ) e ponendosi in contrasto con la normativa emergenziale contenuta nel decreto legge (il numero 19 del 2020, ndr ) e nel dpcm ( del 10 aprile, ndr ), ha ampliato, anziché restringere, le attività consentite, autorizzando il commercio al dettaglio di tutte le merci, a fronte di un dpcm che limitava il commercio solo a precisate categorie merceologiche ritenute essenziali o strategiche". Con queste premesse, i giudici hanno deciso di accogliere l’istanza cautelare e sospendere quella parte di ordinanza, "ritenuta la sussistenza dei presupposti dell’estrema gravità e urgenza, incidendo la misura regionale sul diritto alla salute dei lavoratori rappresentati dalle organizzazioni sindacali ricorrenti".

Di conseguenza , da oggi, e almeno fino al 13 maggio, farà fede l’elenco delle categorie merceologiche inserite dal Governo nell’allegato 1 del decreto del 10 aprile. "Il decreto del Tar – commentano in una nota congiunta Luca Stanzione (Filt Cgil), Giovanni Abimelech (Fit Cisl) e Antonio Albrizio (Uilt Uil) – raccoglie quanto avevamo denunciato per settimane e quanto aggravato dalle delibere di Regione Lombardia: un risultato a tutela dei lavoratori, che dimostra che quando il sindacato confederale segnala un problema e fa una proposta non è mai pretestuosa". La bocciatura dell’ordinanza è "l’ennesimo errore annunciato", per il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati, e la prova che la "Regione Lombardia non è in grado di fare scelte nell’interesse dei lavoratori e delle imprese".

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