Coronavirus, aumento contagi: Milano sorvegliata speciale

Due mesi fa in Città Metropolitana si registravano solo 4 casi giornalieri, ieri 363. La provincia conta oltre la metà dei casi lombardi: "Milano è già sotto pressione"

Persone con le mascherine a Milano

Persone con le mascherine a Milano

Milano, 13 ottobre 2020 - La Lombardia si prepara ad affrontare la stagione più dura per la gestione dell'emergenza Covid-19. Ieri con 13.934 tamponi effettuati i nuovi casi di positività registrati in regione erano 696, per una percentuale pari al 4,9%. In netto aumento i ricoveri (+30 in 24 ore), incremento di due unità nelle terapie intensive (che hanno raggiunto quota 50). Pur essendosi attestato un calo nel rapporto tra numero di tamponi analizzati e positivi riscontrati rispetto al giorno precedente (1.032 contagi per 15.590 tamponi) i dati destano non poche preoccupazioni.

L'impennata dei casi

Da alcuni giorni i numeri, pur essendo ancora lontani da quelli drammatici registrati tra marzo e aprile, hanno fatto scattare l'allarme. Osservata speciale Milano, che ha fatto registrare un balzo in avanti nel numero di nuovi casi giornalieri. Ieri i nuovi positivi in Città Metropolitana erano 363, di cui 184 a Milano città. Un dato più basso rispetto alla rilevazione di sabato (587 contagi in provincia di cui 312 solo nel capoluogo, su 22.910 tamponi processati) ma che testimonia, ancora una volta, il sempre maggiore peso dei numeri milanesi, che costituiscono da soli oltre la metà del totale dei nuovi contagi regionali. Una situazione che è mutata radicalmente nell'arco di poche settimane. Basti pensare che solo poco più di due mesi fa, il 10 agosto, nella Città Metropolitana si registravano 4 casi (tutti concentrati nel capoluogo), con 9.323 tamponi processati. 

Galli: Milano è già sotto pressione

Il primario di Malattie Infettive del Sacco di Milano, Massimo Galli, ieri parlando della situazione dei contagi in Lombardia, ha spiegato: "Credo che andrà gradualmente in crescita. Mi auguro non cresca in maniera rapida e subitanea. Andrà fatalmente a crescere e questo lo deduco anche dalle caratteristiche dai pazienti che ricoveriamo, alcuni dei quali temo che dovranno essere passati dai reparti di malattie infettive a quelli di rianimazione". In merito alla situazione del capoluogo ha aggiunto: "Credo che in questo momento Milano sia già abbastanza sotto pressione anche rispetto alle aree che invece erano state più pesantemente colpite all'inizio".

Pesenti: servono scelte tempestive

Come già accaduto nei mesi tragici dell'emergenza sanitaria la forte preoccupazione è che la situazione possa sfuggire di mano in un territorio chiave, come quello milanese, ad alta densità di popolazione. Secondo Antonio Pesenti, coordinatore dell'Unità di crisi della Regione Lombardia per le terapie intensive, per fronteggiare l'emergenza bisognerebbe individuare subito e "trattare il maggior numero possibile di focolai che si concentrano ora nelle famiglie; in più dobbiamo evitare in ogni modo di sovraccaricare gli ospedali. Già oggi i pronto soccorso del Milanese sono in affanno: non appena arriva un malato Covid i protocolli bloccano di fatto la normale attività. Sono necessarie scelte tempestive per non ritrovarci in difficoltà molto peggiori nel pieno dell'inverno". 

Fontana: misure sufficienti ma servono più controlli

Sull'ipotesi di introdurre misure restrittive in città è intervenuto il governatore Attilio Fontana: "Non lo so, è chiaro che sarà una questione che uscirà dalla discussione, noi pensiamo che già quello che è stato fatto sia per il momento sufficiente, credo che dovranno essere un po' accentuati i controlli", ha detto a a margine della presentazione del rapporto dell'osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia, parlando della situazione di Milano in vista dell'incontro odierno del Comitato tecnico scientifico regionale. "Il problema vero in questo momento sono gli assembramenti, queste movide che stanno portando a contagiare soprattutto i giovani, che se da un lato ci dà la tranquillità che pochi vanno in ospedale, comunque il contagio continua a essere alto e rischia poi di arrivare alle persone magari più anziane", ha aggiunto.

 

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