
Francesco Denise e corso Baires senz’auto nell’anno della crisi petrolifera
Milano, 12 marzo 2020 - Il ricordo di Francesco Denise, storico benzinaio di piazza Bolivar, torna alla crisi energetica del 1973, quando il brusco aumento del prezzo del petrolio lasciò i milanesi a piedi. "Per noi è stata dura ma almeno vedevamo la luce in fondo al tunnel – spiega – adesso non sappiamo quando tutto questo finirà. È di gran lunga il momento peggiore che abbiamo vissuto". Francesco resiste davanti alle pompe con marchio Eni, servendo i pochi automobilisti che si fermano per fare rifornimento lungo una circonvallazione quasi deserta, senza il traffico che la caratterizza a ogni ora del giorno. L’emergenza coronavirus per lui si è tradotta in un calo del 70% del fatturato, che si traduce nell’impossibilità di rimanere sul mercato, con le tante spese da coprire.
« Nei prossimi giorni il traffico si ridurrà ancora – prosegue – e noi a quel punto potremmo lasciare aperto solo il self service. La salute dei cittadini va tutelata, ma bisogna pensare anche a chi deve portare a casa uno stipendio per vivere". Le entrate della famiglia Denise, infatti, derivano quasi completamente delle vendite di carburante, che ora sono ferme al palo come quasi tutte le attività commerciali, al centro di una crisi che potrebbe essere solo all’inizio. I due figli, infatti, gestiscono altrettanti distributori di benzina Eni a Milano, tra cui uno in Porta Romana. E, in questo momento, sono tutti nella stessa situazione. "Le nostre associazioni di categoria hanno fatto le loro richieste al Governo – sottolinea Denise – perché in questo momento il nostro settore va sostenuto. Servono ammortizzatori sociali, anche le compagnie petrolifere devono venirci incontro perché altrimenti siamo condannati alla chiusura definitiva". Francesco ha iniziato a lavorare come benzinaio negli anni ’70. Nel 1980 ha scelto di mettersi in proprio, aprendo il distributore di benzina in piazza Bolivar, divenuto un punto di riferimento per gli automobilisti di passaggio. Una zona strategica, per l’imponente flusso di auto che tutti i giorni percorrono la circonvallazione, ora spento dall’emergenza coronavirus.
Dalla sua stazione di servizio ha visto cambiare l’Italia, con modelli di auto che si sono succeduti nel tempo e sempre nuove sfide da affrontare. "Dagli anni ’70 abbiamo avuto la crisi petrolifera, le domeniche a piedi – racconta – Area B e Area C che di certo non hanno aiutato il nostro settore. Non ricordo però un momento peggiore di questo, con un calo improvviso, che da un giorno all’altro ha fatto scendere il fatturato del 70%".Una “mazzata” che arriva in un periodo già segnato da prezzi del greggio in picchiata, con eventi internazionali che hanno innescato una guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia, due dei principali produttori mondiali. Francesco Denise dal 24 febbraio resiste dietro le pompe di benzina, guardando le poche auto passare. Da oggi potrebbe passare alla modalità “self service”, nella speranza che, cessata l’emergenza, il traffico torni a scorrere sulla circonvallazione.