Coronavirus, allarme rosso alla Scala: 9 positivi nel coro

L’esito dei tamponi ha fatto scattare la quarantena per tutti i cantanti del teatro. Ora il Piermarini rischia lo stop: contatti Meyer-Sala

Il Sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer

Il Sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer

Milano, 24 ottobre 2020 - Allarme rosso alla Scala: nove cantanti del Coro sono risultati positivi al tampone del Covid. Secondo quanto apprende il Giorno, l’esito dei test è arrivato nel tardo pomeriggio di ieri ed è stato immediatamente comunicato all’Ats metropolitana, agli altri artisti e ai sindacati. Oggi arriveranno i risultati degli esami effettuati sul resto del Coro, anche se fin da adesso si può dire che tutto il corpo artistico sarà messo in quarantena. Stando alle informazioni a disposizione, i membri del Corpo di ballo sono invece risultati negativi ai tamponi, mentre due positivi sarebbero stati intercettati in orchestra, tanto che l’altra sera uno dei musicisti sarebbe stato sostituito in extremis da un allievo dell’Accademia per il recital straordinario di Jonas Kaufmann.

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno in via Filodrammatici, dove il sovrintendente Dominique Meyer ha adottato sin dall’inizio della pandemia una linea improntata all’estrema prudenza, condivisa con il medico del teatro Terenzio Cassina e con il direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Sacco Giuliano Rizzardini: il protocollo di sicurezza prevede un test naso-faringeo ogni due settimane per i dipendenti inseriti nella fascia considerata più a rischio, vale a dire orchestrali, coristi e ballerini. Ovviamente, la positività dei nove cantanti (stanno tutti bene al momento, solo uno avrebbe avvertito lievi sintomi) ha messo in allerta i vertici del Piermarini, che utilizzeranno questi due giorni senza spettacoli per fare delle riflessioni sull’opportunità di continuare a tenere il tempio della lirica aperto. Riflessioni che Meyer condividerà nelle prossime ore con il sindaco Giuseppe Sala, presidente della Fondazione, e con gli altri membri del Consiglio d’amministrazione. Del resto, era difficile pensare che la Scala restasse immune dal virus nonostante le precauzioni adottate, vista l’impennata di contagi che si sta registrando in città e la pervasività della pandemia. E poi c’è un altro interrogativo che aleggia, anche ai tavoli sindacali: ha senso continuare ad alzare il sipario per incassare poche decine di migliaia di euro a serata? Domande che troveranno risposta a breve. Senza dimenticare l’appuntamento degli appuntamenti: il 7 dicembre. Si farà di tutto per andare in scena, anche perché c’è un contratto televisivo da onorare, ma la situazione è in costante evoluzione.

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