Suor Corita Kent, la religiosa della Pop set. A lei la galleria Kaufmann Repetto di Milano ha dedicato una retrospettiva. Sister Mary Corita era la penultima di sei figli di cui due indossavano già la tonaca. Trentadue anni dopo, nel 1968, Corita abbandonò la vita monacale e si stabilì a Boston.
"L’opposizione dell’arcidiocesi di Los Angeles all’impulso progressista del Concilio Vaticano II era ostinata e, come lei, altre suore lasciarono l’ordine. Quello che nessuno si aspettava - racconta la Rivista Studio in un servizio dedicato alla suora della Pop Art - era che Corita potesse diventare un’artista di successo, capace con le sue opere - brillanti, audaci, coloratissime - di veicolare messaggi di amore, speranza e giustizia in un mondo che stava cambiando".
La svolta decisiva arriva dieci anni dopo, quando alla Ferus Gallery di Los Angeles vengono esposte le Campbell’s Soup Cans di Andy Warhol.
È la prima mostra della Pop Art sulla West Coast e Corita ne rimane folgorata: ‘Tornando a casa vedevo tutto come Andy Warhol’, racconterà.