Coppie omogenitoriali, Sala: “Assurdo che ci sia un’Italia a più facce”. Fontana: “Si trovi una soluzione”

Dopo le recenti e opposte sentenze dei giudici di Brescia e di Milano sulla registrazione all’anagrafe dei figli di due donne, la politica chiede una “regolamentazione” al governo

Una manifestazione famiglie arcobaleno

Una manifestazione famiglie arcobaleno

Un passo indietro e uno avanti nella tutela dei diritti delle coppie omogenitoriali. Dopo la recente sentenza dei giudici bresciani, che hanno ritenuto legittime le registrazioni all'anagrafe dei figli di coppie di donne, in contrapposizione al pronunciamento della Corte d'Appello di Milano che invece ha accolto il ricorso della Procura contro le trascrizioni dei riconoscimenti dei figli di tre coppie omogenitoriali, si riaccende il dibattito in Lombardia. 

"Bisognerà trovare una soluzione, anche perché ci sono delle sentenze una in contrasto con l'altra e quindi bisognerà trovare una definizione del tutto", ha affermato il presidente della Regione Attilio Fontana. Dal canto suo, il sindaco di Milano Beppe Sala osserva: "Noi dobbiamo riferirci alla Procura di Milano, però anche la Corte d'Appello ha sottolineato come manca una regolamentazione a livello nazionale. Su questi temi, di natura anche molto etica, è veramente assurdo che ci sia un’Italia a più facce. Faccio un altro esempio – ha aggiunto il primo cittadino –. Sto seguendo il dibattito su quello che potrà succedere sul fine vita in Emilia Romagna. Non possiamo immaginare che il fine vita sia ammesso in Emilia Romagna, non in Lombardia e sì in Valle d'Aosta. C'è ampio spazio di lavoro per il Governo, ma queste questioni deve affrontarle, quella sulle trascrizioni in particolare", ha concluso Sala.

"Sul tema delle trascrizioni dei figli nati da coppie omogenitoriali, il Governo deve avere il coraggio di non nascondersi dietro i tribunali e intervenire” sottolinea la Consigliera regionale lombarda del Movimento Cinque Stelle, Paola Pizzighini, tra i promotori di un convegno sul tema "Donne&Diritti - A che punto siamo?", in programma mercoledì 14 febbraio, a Palazzo Pirelli. “È evidente – aggiunge Pizzighini – che, se sul medesimo tema due Tribunali prendono decisioni opposte, concordando solamente sul fatto che serva un intervento legislativo in materia, un vuoto da colmare a livello normativo esista. La società cambia nel tempo e le leggi devono regolamentarla anche in relazione ai cambiamenti avvenuti al suo interno. Questo compito ora spetta all'attuale maggioranza, che non può sempre tacere quando si parla di diritti”.