
Il sindaco Giuseppe Sala insieme a una delle coppie omogenitoriali nel Comune di Milano
Milano – Il Comune di Milano ha ripreso le registrazioni anagrafiche dei bambini nati da coppie lesbiche e omogenitoriali, riconoscendo come madri entrambe le donne. La ripresa delle procedure arriva a ue mesi dalla storica sentenza della Corte costituzionale del 22 maggio che ha dichiarato incostituzionale il divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio il figlio nato in Italia da procreazione medicalmente assistita praticata all’estero,
“Oggi ho registrato la nascita di bambine e bambini”, ha scritto su Instagram il sindaco Giuseppe Sala, pubblicando una foto che lo ritrae insieme a una coppia di mamme e ai loro figli. “Con grande gioia delle loro mamme”, aggiunge il primo cittadino, suggellando così la fine di un limbo burocratico che per anni ha tenuto in sospeso decine di famiglie.
La decisione della Corte costituzionale ha rappresentato un punto di svolta per migliaia di bambini italiani. Secondo la Consulta è illegittimo il non riconoscimento come “genitrice” della mamma non biologica dei figli di coppie di due donne, poiché la normativa vigente lede i diritti di chi nasce. Prima di questa sentenza, solo la madre biologica risultava genitore per l’anagrafe italiana, mentre l’altra partner rimaneva una sconosciuta dal punto di vista legale, nonostante crescesse quotidianamente il bambino.
Milano aveva già fatto da apripista su questo tema negli anni scorsi, ma nel marzo 2023 aveva dovuto sospendere le trascrizioni dopo una circolare del prefetto che aveva interpellato il ministero dell’Interno. Lo stop aveva scatenato una serie di manifestazioni, con migliaia di persone scese in piazza della Scala per protestare contro quello che Sala aveva definito un tentativo del governo di “umiliare” le famiglie arcobaleno.
“La sentenza della Consulta mi pare un buon passo”, aveva commentato il sindaco a fine maggio. “Essendo un’esigenza, prima cosa facevano le mamme? Provavano la via dell’adozione, che è una via impervia. Questa cosa semplifica molto, quindi, dal mio punto di vista, io sono d’accordo”.
Il caso tipico riguarda coppie di donne sposate all’estero: una delle due partorisce un figlio concepito con fecondazione assistita, ma in Italia solo la madre biologica risultava fino ad oggi genitore legale. La Consulta ha segnato un punto di svolta per i bimbi con due mamme, dichiarando incostituzionale questo divieto.