Coop (in nero) al servizio di aziende Più di duemila lavoratori irregolari

Chiusa l’indagine della Finanza su tre cooperative che come scatole vuote erano a disposizione di società di vari settori facendo risparmiare loro assunzioni, paghe e pagamento dei contributi

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Disponibili a tutto. Tre coop erano in realtà “scatole vuote“ a disposizione di aziende di vari settori. Offrivano servizi logistici, di trasporto e facchinaggio impiegando irregolarmente più di 2mila lavoratori irregolari, italiani e stranieri. Le ditte beneficiate così risparmiavano ogni fatica di assunzione, paghe, contributi. E i salari versati dalle tre cooperative spesso erano in nero. Gli uomini della Guardia di Finanza di Gorgonzola, nel Milanese, al termine di un’indagine avviata da tempo hanno individuato e identificato 22 persone, tra responsabili delle cooperative e titolari delle società loro clienti, che adesso sono tutte indagate dalla Procura a vario titolo per reati fiscali e fallimentari connessi alla "somministrazione illecita di manodopera".

In particolare le tre coop con sedi a Trezzano Rosa e in Brianza, dal 2014 al 2019, pur avendo numerosi lavoratori dipendenti, secondo gli investigatori avrebbero presentato evidenti profili di rischio fiscale - omessi versamenti di imposte o indebite compensazioni con crediti fittizi - sintomatici dell’assenza di una reale struttura aziendalepensazioni.

Al termine degli approfondimenti, i finanzieri hanno ricostruito il sistema di rapporti tra le tre cooperative e le numerose società utilizzatrici della manodopera.

In sostanza, "è stato accertato – si legge nella nota della Finanza – che la costituzione delle cooperative rappresentava solo uno schermo per consentire l’assunzione di lavoratori da impiegare successivamente presso le società committenti, con il doppio beneficio, da una parte, di non avere formalmente in carico i dipendenti sotto il profilo contributivo-assistenziale e, dall’altra, di risparmiare sul costo della manodopera per via del servizio economicamente più vantaggioso fornito dalle cooperative".

Le società coinvolte operano in vari settori di attività, dalla produzione e confezione di materiale plastico alla meccanica, dai servizi di pulizia al facchinaggio, al commercio. Si tratta di aziende che operano nel Milanese, in Brianza e nella Bergamasca.

A loro è già stata applicata la sanzione amministrativa prevista nel caso di somministrazione illecita di manodopera che prevede un pagamento sino a un massimo di 50mila euro. A oggi, sono stati versati nelle casse dello Stato oltre 180mila euro.

Chiusa ora l’inchiesta, gli indagati avranno tre settimane di tempo per depositare memorie, documenti o chiedere di farsi interrogare dal magistrato. Poi arriverà la probibile richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura.

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