SIMONA BALLATORE
Cronaca

Milano, i cent’anni del “Convitto dei fanciulli”

È cambiata la storia, è cambiata la denominazione, ma non l’anima: per Milano l’istituto Achille Ricci è ancora “il convitto”

Gli studenti dell'Istituto Achille Ricci (NewPress)

Milano, 28 febbraio 2018 - Il Convitto dei fanciulli compie cent’anni. È cambiata la storia, è cambiata la denominazione, ma non l’anima: per Milano l’istituto Achille Ricci è ancora “il convitto”, che spalancò le porte ai bimbi “gracili” e agli orfani di guerra nel 1918, per iniziativa della croce rossa americana, che venne sostenuto dalla corte regia italiana prima e dai filantropi milanesi poi, dalla duchessa Carla Visconti di Modrone (mamma di Luchino Visconti) alla famiglia Crespi. Terminati i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il convitto – realtà laica di ispirazione cattolica – riaprì le porte della scuola per poi rivolgersi, negli anni Settanta, ai minori affidati dal Comune. Trasformato in semiconvitto nel 1994 e in associazione senza scopo di lucro nel 2003, continua a dedicarsi all’istruzione dei suoi alunni dai 3 ai 14 anni, mettendo sempre al centro i bambini e le loro famiglie. Oggi la scuola, guidata dall’associazione presieduta dall’avvocato Adriano Carcano, ha materna, elementari e medie: nei suoi cent’anni avrà accolto 500mila bambini in quell’oasi nel verde che si affaccia sul Parco Nord e, al contempo, sul “triangolo industriale” di Affori, Dergano e Niguarda. Quartieri legati a doppio filo al convitto e che lo hanno sempre difeso.

Per celebrare  l’anniversario gli alunni delle elementari si metteranno sulle tracce della storia, alla ricerca delle fonti, partendo dal benefattore misterioso, quell’Achille Ricci che riposa al Monumentale di Milano e che, alla sua morte, lasciò tutto il patrimonio all’istituto, permettendogli di continuare a esistere. Dopo le ricerche storiche, i bambini racconteranno il Cavalier Ricci e gli eroi della scuola con drammatizzazione e disegni mentre i ragazzi delle medie realizzeranno un cortometraggio. Ci si informa sul passato per guardare al futuro: «Partirà una raccolta fondi per finanziare il centenario e un progetto di robotica connesso – spiega Silvia Francinetti, responsabile del progetto centenario e della didattica dell’istituto –, i ragazzi restituiranno il dono che hanno ricevuto alla società». Il progetto prevede anche la collaborazione dell’Università Bicocca. Il sogno? «Vorremmo fare imparare ai nostri alunni i meccanismi dei robot didattici per poi permettere loro di restituire gli insegnamenti ai bambini ospedalizzati. Mettersi al servizio dei più piccoli o di chi è meno fortunato è anche una formula di prevenzione del bullismo». Il miglior modo per festeggiare un secolo di esperienze educative, guardando alle nuove sfide. «Sarà un anno intenso - sorride la direttrice didattica, Elisabetta Bertocchi –. Scriveremo una storia nella storia: ci sentiremo parte di una storia più grande di noi e faremo un altro pezzetto di strada insieme, investendo sul domani».