MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Contro la violenza di genere: "Difendo gratis le clochard"

Offre assistenza legale alle donne più fragili, vittime di violenza fisica e psicologica, che sono senza mezzi per potersi difendere....

Offre assistenza legale alle donne più fragili, vittime di violenza fisica e psicologica, che sono senza mezzi per potersi difendere....

Offre assistenza legale alle donne più fragili, vittime di violenza fisica e psicologica, che sono senza mezzi per potersi difendere....

Offre assistenza legale alle donne più fragili, vittime di violenza fisica e psicologica, che sono senza mezzi per potersi difendere. Che spesso soffrono in silenzio. Molte senza fissa dimora. "Le donne senzatetto – spiega – sono le più esposte ai pericoli e alle aggressioni. E, tra l’altro, molte di loro si sono ritrovate per strada senza averlo scelto. Per fuggire da una vita di soprusi tra le mura domestiche". A parlare è Ilaria Sottotetti, avvocato, patrocinante in Cassazione, che da 15 anni assiste pro bono le donne vittime di violenza fisica e psicologica aiutandole a sporgere denuncia e seguendole nel loro percorso giudiziario. Ieri a Palazzo Marino le è stato conferito il Premio Campione “per i diritti“. Non solo: sempre gratuitamente, è referente del centro antiviolenza “Chiara“ della Regione Lombardia ed è tra i volontari dello sportello “No slot“, contro la ludopatia, e dello sportello “Donna“, contro la violenza di genere, all’Ordine degli avvocati di Milano.

Adesso si sta dando da fare affinché anche le donne vittime di violenza siano coinvolte nel progetto “Busta rossa“, promosso dal Comune, che esiste da oltre 10 anni. Il nome prende spunto da una cartellina (rossa) che contiene le informazioni sanitarie essenziali relative alla persona interessata – quindi una documentazione subito a portata di mano in caso di emergenza –, la quale ha anche un tesserino (la Carta di Identità salvavita) che riporta dati sanitari, numeri di emergenza e dati anagrafici. Essenziale il QR code che digitalizza le informazioni, rendendole memorizzabili sul telefonino e facilmente accessibili ai soccorritori. Ecco, "perché non dare anche alle donne vittime di violenza questa “carta d’identità salvavita“ – sottolinea Sottotetti – con il QR code che riporti anche la loro storia? Faticano, comprensibilmente, a esternarla. Ed è importante, per chi le dovesse soccorrere, conoscerla. Abbiamo già tesserato una donna, un caso pilota, in un centro anti violenza. Adesso stiamo lavorando per inserire il Qr code con le storie personali di clochard che hanno già la “busta rossa“".

M.V.