Contagi, lutti e crisi: ora è allarme “sindemia”

Il congresso di Neuropsicofarmacologia stima un milione di nuovi casi "Chi è entrato in contatto col virus aumenta di 5 volte il rischio di depressione"

Massimo Galli

Massimo Galli

di Annamaria Lazzari

Il virus che ha sconvolto le nostre vite "è cinese". Lo ha detto Massimo Galli, direttore di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco (e professore alla Statale), nel corso della lettura magistrale sui “Riflessi della pandemia Covid-19 sulla popolazione“ che ha tenuto online al XXII congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, presieduto da Claudio Mencacci. "Probabilmente il 26 gennaio, attraverso un andamento di triangolazione da un’altra area geografica, potremmo avere avuto la penetrazione in Lombardia del virus responsabile della prima grande ondata. Ci sono miei colleghi - ha detto il professor Galli - anche a Milano che si danno un gran daffare per far credere o permettere ai cinesi di sostenere che il virus sia nato in Italia e non in Cina. Senza essere in alcun modo forcaiolo e che sarebbe colpa dei cinesi – sarebbe stupido" i casi isolati del 2019 (due, in un bambino e in una donna con problemi dermatologici), "hanno però l’aria di essere un’altra cosa". Sulle varianti Galli è preoccupato "un po’ di più per quella brasiliana perché ha una mutazione in più e non sappiamo come interferirà col vaccino". Parlando di vaccini ha ribadito che "non ha senso vaccinare quelli che hanno già fatto la malattia e sono guariti. Non adesso perlomeno", e sulle dosi è stato chiaro sul fatto che "il vaccino Pfizer è stato tarato per avere una prima dose e una seconda dopo il 21esimo giorno". C’è stato spazio anche a considerazioni più personali. Galli ha ricordato che quella attuale è la "seconda pandemia" della sua vita. "La prima è stata l’Aids. Ma questa seconda esperienza è stata diversa e impattante".

Il congresso nazionale ha messo in evidenza e lanciato l’allarme anche su un altro fenomeno conseguente alla pandemia, la “sindemia“ e cioè un mix tra pericolo “clinico“ e sociale. Succede quando la pandemia si trasforma nella “tempesta perfetta“, un impatto sanitario e ripercussioni economiche, emotive e culturali tali da agire come un moltiplicatore senza precedenti anche del malessere psichico. Covid-19 “contagia“ quindi il corpo e la mente. Il congresso ha messo in evidenza che si prevede "un milione di nuovi casi di disagio mentale", sull’onda della crisi economica, dei lutti, della paura. "In chi è entrato in contatto con il virus - proseguono gli esperti psichiatri, farmacologi, neurologi e psicologi - aumenta fino a 5 volte la probabilità di sintomi depressivi e si stima che nei prossimi mesi possano emergere fino a 800mila nuovi casi di depressione. In più, "metà dei contagiati manifesta disturbi psichiatrici".

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