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"Toghe rosse", ma di meno. Magistrati al voto per il rinnovo del Consiglio giudiziario

Vince ancora la sinistra di Area, ma si sposta verso la destra di Mi (Magistratura indipendente) il baricentro del sindacato dei giudici in chiave milanese di MARIO CONSANI

Tribunale di Milano (Newpress)

Milano, 5 aprile 2016 - Toghe meno “rosse”. Vince ancora la sinistra di Area, ma si sposta verso la destra di Mi (Magistratura indipendente) il baricentro del sindacato dei giudici in chiave milanese. È in flessione Unicost, il correntone di centro, mentre non sfonda Ai (Autonomia e indipendenza), la destra creata da una costola di Mi dall’ex pm di Mani pulite Piercamillo Davigo. L’occasione elettorale, ieri e due giorni fa, è stata quella del rinnovo del Consiglio giudiziario, l’organo che a livello distrettuale svolge nei confronti del Consiglio superiore della magistratura l’attività consultiva e preparatoria sui provvedimenti che poi dovranno essere presi a Roma, sia in materia di organizzazione degli uffici che per quanto riguarda le carriere delle toghe.

In pratica, un piccolo Csm in sede locale, dove si sperimentano soluzioni e “meccanismi” che spesso poi si riproducono nella capitale. Così a suo tempo fu proprio a Milano, per esempio, che trovarono eco le prime critiche all’allora procuratore capo Edmondo Bruti Liberati a proposito dell’organizazione dell’ufficio. Polemica che poi sarebbe esplosa davanti al Csm.

In palio, nella due-giorni elettorale, c’erano dunque i 14 seggi del Consiglio giudiziario: 10 per i giudici e 4 per i pubblici ministri. E se in termini di poltrone quasi nulla è mutato (a parte un seggio passato tra i giudici da Unicost ad Ai), in termini di voti e di preferenze il primato della sinistra di Area viene insidiato dalle correnti più a destra. Stando ai primi risultati ufficiosi, tra i giudici, per esempio, Area guida con 244 voti (4 seggi) ma Mi è a un’incollatura (236, 3 seggi) e sommando i 61 voti di Ai (1 seggio), le “destre” vanno in testa. Unicost, a 138 (2 seggi) perde una poltrona. Simile il risultato tra i pubblici ministeri. Anche se qui la sinistra di Area (267 voti, 2 seggi) è prima anche sommando i voti di Mi (184 voti, 1 seggio) a quelli di Ai (44 voti ma niente seggi). Unicost si ferma a 172 e un seggio.

Qualche sopresa, infine, anche tra i nomi degli eletti. Area porta in Consiglio giudiziario i giudici milanesi Ilio Mannucci Pacini, Chiara Valori , Micaela Curami e il monzese Emanuele Mancini. Tra i pm Donata Costa (ex di Monza) e il milanese Eugenio Fusco, non l’altro milanese Adriano Scudieri. Per Mi eletti tra i giudici il pavese Andrea Balba, la neo-comasca Anna Introini (ex Milano) e Nicola Di Leo, giudice del lavoro in città. Eletto anche il pm Alessandro Gobbis con 136 preferenze, in assoluto il più votato tra i magistrati requirenti. Per Unicost entrano nel nuovo Consiglio i giudici milanesi Paola Ortolan e Alessandro Santangelo (ma non la pm minori del “caso Ruby” Annamaria Fiorillo), mentre l’unico rappresentante della nuova corrente Ai voluta da Davigo sarà Rossella Ferrazzi in servizio a Busto Arsizio.