NICOLA PALMA
Cronaca

Zakaria Atqaoui, il racconto davanti alla pm: “Così ho ucciso Sofia Castelli”

Il 23enne reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata ha illustrato la sua versione dei fatti dall’incursione nella casa di Cologno Monzese alle coltellate fatali

I carabinieri sul luogo dell'omicidio a Cologno Monzese e Zakaria Atqaoui (Foto instagram)

I carabinieri sul luogo dell'omicidio a Cologno Monzese e Zakaria Atqaoui (Foto instagram)

Cologno Monzese (Milano), 02 agosto 2023 –  Prima dell’interrogatorio di convalida, al termine del quale il giudice delle indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere, Zakaria Atqaoui, assassino reo confesso dell’ex fidanzata Sofia Castelli, aveva già rivelato alcuni dettagli dell’omicidio agli investigatori, in un colloquio con Emma Gambardella, la pm titolare del fascicolo. 

La giudice per le indagini preliminari Elena Sechi, nel disporre la custodia cautelare, ha riconosciuto anche l’aggravante dei futili motivi, della relazione affettiva che legava la vittima al suo assassino e, soprattutto, della premeditazione. “Non appare plausibile – scrive la magistrata – che l'intenzione di uccidere Sofia (e chi eventualmente si fosse trovato con lei al rientro dalla serata) sia maturata improvvisamente

Infatti, non solo Atqaoui si è nascosto in un armadio aspettano il “momento propizio” per aggredire Sofia, ma ha anche scelto un secondo coltello poiché il primo che aveva preso gli sembrava “poco adatto” per ucciderla. È, questa, la prima confessione del delitto, in cui Zakaria riepiloga le sue condotte dal venerdì pomeriggio, dall’incursione in casa della giovane studentessa di Sociologia fino all’omicidio. 

Il racconto di Zakaria

"Ieri pomeriggio sono andato da lei, da Sofia, a prendere le mie cose – ha detto il 23enne italo-marocchino al magistrato – Ho preso le chiavi di suo padre. Mi sono nascosto in casa, dentro l'armadio della camera da letto dei genitori. Le ragazze erano uscite. Sono entrato in casa quando non c'erano persone, verso mezzanotte e mezza. Ho aperto la porta utilizzando le chiavi del padre di Sofia”.

L’indagato ha ripercorso anche il momento in cui, a sua detta, sarebbe maturato il proposito omicidiario. “Ho atteso che l'amica di Sofia, Aurora, se ne andasse, ma lei non se n'è andata; lì è scattato qualcosa – ha affermato – Non riesco a spiegare cosa. Ho atteso che le ragazze si addormentassero. Sofia dormiva nella camera dei genitori e Aurora in quella di Sofia. Sono uscito dall'armadio, mi sono recato in cucina, da dove ho afferrato un coltello, poggiato sul lavandino, nel portaposate”.

Le coltellate fatali

Sono i momenti drammatici che preludono alla furia omicida. “Sofia dormiva. Sono tornato in camera da letto e l'ho accoltellata – afferma Atqaoui – Non l'ho svegliata. L'ho colpita mi sembra tre volte sul collo. Poi non ricordo più nulla, mi sono sentito male. Le ferite che ho in volto me le sono procurate in un campo nei pressi del comando di polizia locale di Cologno Monzese, dove sono andato subito per calmarmi e fumare due sigarette. Avevo la nausea, non riuscivo a parlare. Quando mi sono calmato, mi sono recato dalla polizia locale. Ho lasciato il coltello sul letto".

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