Condannato senza saperlo: chiesta la revisione

Cinisello, un romeno sta scontando 5 anni per furto, armi e ricettazione. Gli avvocati si sono rivolti alla Corte di Appello di Brescia: "È innocente"

Il Tribunale di Monza si sta occupando della questione

Il Tribunale di Monza si sta occupando della questione

Cinisello Balsamo (Milano), 27 dicembre 2020 - Condannato a 5 anni di carcere per furto, armi e ricettazione dopo un processo al Tribunale di Monza di cui l’imputato non era neanche a conoscenza. Per questa vicenda un romeno di 31 anni, V.A., residente a Cinisello Balsamo, sta scontando la pena dietro le sbarre ma si protesta innocente e si è rivolto agli avvocati Federico Edoardo Pisani e Marco Lacchei per ottenere la revisione della sentenza alla Corte di Appello di Brescia. L’istanza dei legali è stata ammessa e per il 15 gennaio è prevista la decisione. La condanna risale all’ottobre 2018, ma l’imputato non ne sapeva nulla: gli atti del processo erano stati notificati in un’abitazione che il romeno aveva lasciato dopo lo sfratto e al difensore d’ufficio, che non l’ha mai informato e che non ha neanche proposto il ricorso in Appello contro la sentenza, eseguita con la carcerazione nell’aprile 2019. Una violazione del diritto di difesa che ha spinto i legali del 31enne a presentare la richiesta di revisione della sentenza, portando anche prove che dimostrerebbero la sua innocenza.

A ‘incastrare’ il romeno sono stati alcuni fotogrammi presi dal filmato della telecamera di una farmacia di Cinisello che riprendono l’imputato, riconosciuto da un poliziotto come l’uomo che si recava in Commissariato perché sottoposto all’obbligo di firma per altri fatti. Gli avvocati hanno disposto una perizia antropometrica che esclude la corrispondenza tra il 31enne e la persona raffigurata nei fotogrammi (il filmato è stato cercato dalla difesa ma né gli inquirenti né la Procura ne hanno trovato traccia), inoltre ci sono anche le testimonianze della compagna e della madre di V.A. che assicurano come quel giorno il giovane si trovasse con loro a festeggiare il fidanzamento.

«L’imputato ha diritto a una sentenza di assoluzione - sostengono gli avvocati -. Questa è una vicenda paradossale che potrebbe accadere a chiunque. Intanto V.A. si trova in carcere e non gli vengono concesse neanche misure alternative perché lui nega di essere responsabile di quei reati. Attendiamo la decisione sulla revisione e se l’esito sarà positivo chiederemo un risarcimento".  

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